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"La qualità maggiore di un buon medico è un'estrema capacità di attenzione, perché la medicina è sopra ogni altra cosa un'arte dell'osservare" Luigi Turinese in Biotipologia

giovedì 11 marzo 2010

Hahnemann. Vita del padre dell’omeopatia. Recensione di Bianca Casadei



Con questa avvincente biografia di Samuel Hahnemann, Riccardo de Torrebruna e Luigi Turinese invitano il lettore a lasciarsi avviluppare dal turbinoso corso della Storia e delle passioni,compiendo un salto a ritroso nel tempo fino a quel periodo denso di eventi e di cultura che abbraccia gli ultimi decenni del ‘700 e i primi dell’ ‘800.

Avvertivamo l’esigenza di conoscere la vita di Hahnemann, personaggio illustre entrato nelle nostre vite quotidiane, malgrado tutto. Chi di noi non ha fatto ricorso a qualche rimedio omeopatico? Un po’ di Belladonna, dell’Arsenicum, qualche granulo di Sulfur, ma pochi sanno che dietro termini ormai così familiari, tanto da avere impressionato l’immaginario collettivo - si pensi alla giovane novità editoriale che si firma Pulsatilla - si nasconde un’intera esistenza, circa 80 anni dedicati da Hahnemann alla ricerca e alla sperimentazione; una vita di stenti e di affanni, una lotta estenuante contro quei “parrucconi” della medicina ufficiale.

Ma il libro non celebra l’apologia dell’omeopatia.

Se si dovesse riassumere in una parola il sapore e il senso di questo ritratto potremmo dire: complessità. L’essere umano non è, forse, esso stesso complesso? Strutturato su piani e dimensioni parallele? Un impasto di carne e ossa attraversato da impulsi nervosi e scariche elettriche in cui si aprono squarci di ragione e passione, un coacervo di energia su cui incombe, imminente, lo spettro della follia… quella follia con cui Hahnemann si sarebbe confrontato curando gli accordi dissonanti di Klockenbring, l’unico paziente del manicomio di Georgenthal.

Si è in piena rivoluzione francese; nel 1793 Philippe Pinel avrebbe rotto le catene dei pazzi con l'intento di liberarli dalla condizione di dannati per riconoscere loro lo status di malati mentali.
Nella Lettera a un medico di alto rango, scritta da Hahnemann qualche anno dopo, nel 1808, compare per la prima volta il termine omeopatia. Ed è già Romanticismo, la cui data di nascita ufficiale è il 1798, anno in cui avvenne la pubblicazione del manifesto romantico nel primo numero della rivista Athenaeum, cui collaborò, tra gli altri, Novalis.

In musica il Romanticismo avrebbe introdotto numerose novità, ampliando l'orchestra con l'aumento dei fiati e delle percussioni. E sarebbe nata la figura del direttore d'orchestra, impegnato a dirigere un numero di strumenti sempre più elevato.
Del resto: Ogni malattia è un problema musicale, e ogni cura una soluzione musicale, recita l’epigrafe scelta dagli autori, citando, non a caso, proprio Novalis.

In perfetta sintonia con lo spirito romantico, gli autori ritraggono un Hahnemann occupato a orchestrare le proprie suggestioni verso le Teorie del vitalismo, ispirate a uno spirito della materia, con l’impegno nel fornire fondamento scientifico al principio similia similibus curentur di ippocratica memoria;
“la medicina non deve allontanarsi d’un sol passo dalla sfera delle esperienze e delle osservazioni pure, se vuole evitare di cadere nel nulla e nelle ciarlatanerie”
scriveva Hahnemann nella seconda edizione dell’Organon (1819), la sua opera fondamentale.

Concludendo, questa sonata in cinque movimenti ha il pregio di lasciarsi ascoltare tutta d’un fiato. Sfogliando le pagine dello spartito il ritmo incalza in un crescendo continuo e se da una parte le dita martellano sulla tastiera date, documenti e citazioni originali, dall’altro un archetto fa vibrare nell’atmosfera il punto di vista di un io narrante, un “viandante” dello spirito che dall’amore per la medicina, il rigore, l’insofferenza per il compromesso, i doveri nei confronti della famiglia approderà, infine, alla scandalosa passione per una donna giovane e spregiudicata, un’avventuriera venuta dalla Francia…

Bianca Casadei

Recensione apparsa su: Silmarillon - Rivista bimestrale di cultura, filosofia e costume, nella rubrica "Risvolti di lettura"

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