Piazza N. Longobardi 3, 00145 Roma tel 06 51607592
"La qualità maggiore di un buon medico è un'estrema capacità di attenzione, perché la medicina è sopra ogni altra cosa un'arte dell'osservare" Luigi Turinese in Biotipologia

mercoledì 23 giugno 2010

Caro Hillman ... - Recensione di Camilla Albini Bravo

Caro Hillman ... Venticinque scambi epistolari con James Hillman, R. Mondo, L. Turinese (a cura di) Torino, Bollati Boringhieri, 2004, pp 238


Caro Hillman ... Venticinque scambi epistolari con James Hillman, a cura di Riccardo Mondo e Luigi Turinese è un libro sorprendente. Può essere definito come un ritratto d'autore attraverso le lettere di 25 lettori, ma anche come una raccolta di 25 ritratti attraverso l'opera di Hillman.

La sorpresa nasce già dalle prime pagine e accompagna il lettore fino alla fine. Che Hillman sia un autore non facile, che costringe ad un faticoso cambiamento dello sguardo sull'opera junghiana, è cosa risaputa. E' noto anche il suo spirito provocatorio, non da tutti accettato, che spinge ad un ascolto a volte infastidito, a volte divertito, di un pensiero che mai si interrompe, ma sempre con rigore arriva alle conseguenze estreme di premesse chiaramente annunciate. Forse è tale spirito a far sì che la lettura segua sentieri emotivi piuttosto che logici? Rimane la sorpresa nel trovare in molte più affermnazioni di chiara adesione o di polemica presa di distanza piuttosto che domande o proposte di possibili sviluppi dei temi hillmaniani.

Può essere l'opera stessa di Hillman a spingere verso una entusiata adesione o verso una energica chiusura chi vi si accosta? Già questa ipotesi desta sorpresa, data l'enfasi posta da James Hillman sulla necessità di evitare il pensiero che procede per antitesi, per "o -o". Il campo dei suoi lettori sembra nettamente diviso in amici e ostili, uso deliberatamente questi termini perché la sensazione è proprio quella di trovarsi di fronte ad una scelta più emotivo-affettiva che logico-razionale. In realtà le lettere meno connotate in tal senso, e quindi a mio parere più interessanti per chi cercasse una ulteriore chiave di lettura per opere già lette, sono quelle dei non addetti ai lavori, di non psicoanalisti.
Da qui la mia sorpresa: pensavo di leggere un libro con cui confrontare ciò che di Hillman avevo io stessa trattenuto con ciò che altri avevavo colto e mi sono ritrovata a leggere un libro che dà una inquietante testimonianza di quanto sia difficile per noi psicologi analisti l'ascolto dei colleghi. Non si frainteda: non sto sostenendo che ognuno di noi viva chiuso nel proprio studio, concentrato solo sull'ascolto dei pazienti, ma sospetto che il nostro leggere proposte altrui sia spesso un non capirle.

Strana storia la nostra, eredi di un maestro che molto soffrì per essere stato considerato un eretico, che si propose come pensatore poliedrico, non desideroso di divenire a sua volta un maestro fondatore di una scuola junghiana, ci troviamo afflitti da una strana sindrome che ci spinge ad evitare di leggere Jung insieme, a confrontarci piuttosto su testi di altre scuole di pensiero, per non incappare in quello che ormai è divenuto evidente: l'eredità di Jung è ancora indivisa, quando vi mettiamo mano si attiva una sorta di babele d'ascolto.
Sicuramente abbiamo avuto un padre molto ricco, che ci ha lasciato un'opera non facile da decodificare, aperta a più interpretazioni, ma quella che può sembrare una ricchezza si trasforma a volte in occasione di polemica se si pretende di trovare l'unica e vera lettura del testo di Jung.
Sembra a volte la nostra una fuga dalla libertà, la libertà di scegliere un seme di pensiero già dato, una ortodossia che ci limiti e ci rassicuri. Il pregio del libro che Riccardo Mondo e Luigi Turinese si propongono è a mio avviso proprio l'aver messo in luce quanto ancora sia difficile un dialogo tra di noi. Le lettere sono tutte interessanti, non tanto per quello che ci mostrano di Hillman, quanto per quello che mostrano dell'autore e le risposte di Hillman sono gentili, ma spesso mostrano chiaro il suo intento di non chiudere un discorso che in realtà rimane vivo solo finché può rimanere aperto.
James Hillman ha seminato e i campi d'ascolto in cui sono finiti i suoi preziosi semi sono talmente diversi che le piante, ormai cresciute, a volte non si assomigliano affatto. Tanta diversità potrà essere ricchezza solo a patto che ogni singola pianta si possa confrontare non solo con il seme originario, ma anche con le altre piante, rinunciando alla pretesa di trovare la pianta "giusta", quella che, unica, era nella mente del seminatore.
Tutto ciò vale per il pensiero di James Hillman a monte del quale c'è il pensiero di Carl Gustav Jung e dei suoi allievi che ancora faticano a trovare un reciproco, curioso ascolto.

Camilla Albini Bravo


In Rivista di Psicologia Analitica - Nuova serie n.19 n.71/2005 "Risonanze all'ascolto" , in "Recensioni" pagg. 167-168 (La biblioteca di Vivarium)

Nessun commento:


Libri di Luigi Turinese

Luigi Turinese Cantautore

Luigi Turinese Cantautore
Clicca sull'immagine per scoprire la sua musica, i suoi concerti, i suoi CD