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"La qualità maggiore di un buon medico è un'estrema capacità di attenzione, perché la medicina è sopra ogni altra cosa un'arte dell'osservare" Luigi Turinese in Biotipologia

lunedì 13 settembre 2010

Le Recensioni di L.T. - "In stato di presenza" - Dania Lupi

Dania Lupi: "In stato di presenza", Edizioni di san Marco, Firenze, 1987

Uno dei segni più attendibili dell'affermarsi di una proposta culturale è la sua compresenza a più livelli.
Dire di evento dimenticato che si è rimosso, o dire di una persona effettivamente instabile che è incapace di mantenere una costanza d'oggetto, per esempio, sono altrettante dimostrazioni dell'integrazione della proposta psicoanalitica nel tessuto culturale dominante.
La forza della cultura meditativa, allo stesso modo, si può vagliare dalla sua pervadenza in aree non tecniche. In altri termini, l'incremento di pubblicazioni sulla ricerca interiore e il fiorire di centri di meditazione testimoniano di una crescente attenzione per il Centro più profondo dell'essere: si tratta tuttavia di passi necessari ma non sufficienti a un radicamento della cultura meditativa nella società. I segni più probanti di tale radicamento vanno ricercati nell'ampliarsi del linguaggio fino ad includere motivi finora confinati nella letteratura "spirituale" specialistica.
L'incontro con la poesia di Dania Lupi è innanzitutto esperienza di ottima letteratura, della magia della parola che tocca in profondità.
Non siamo al cospetto di una meditante che si è scoperta una vena poetica, ma di una poetessa con un curriculum di tutto rispetto (tra l'altro ha ricevuto nel 1978 il Premio Elio Vittorini e nel 1986 il Premio Montale) che trasfonde in versi la sua umana pienezza coltivata nell'abitudine alla meditazione.
"Vedi/ uno guarda l'albero/ e dice l'albero/ l'altro vede l'albero/ e dice/ presenza".
"Baci/ di piccola frutta selvatica/ al tocco della mani/ Dio ha molti modi/ per narrarsi". "Anche indovinare le stelle/ può essere difficile/ se pensi alle stelle e non le guardi". "Come posso scordare/ il presente/ così vicino/ così maestro".

Si tratta certamente di poesia mistica. Non tanto per i temi trattati (ché accanto ai versi citati ve ne sono molti altri non così esplicitamente "religiosi"); quanto perché, come ogni autentica poesia, scende nella profondità del Sé per imbattersi nell'elemento comune, che co-vibra con tutto l'Essere.

Luigi Turinese


In foto: "Rose di Natale"



Recensione apparsa su "Yoga - Organo della Federazione Italiana Yoga", n. 40, Gennaio-Maggio 1991

e nella rubrica "Libri" di "PARAMITA, Quaderni di Buddhismo", Anno VIII, n.32, Ottobre- Dicembre 1989

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