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"La qualità maggiore di un buon medico è un'estrema capacità di attenzione, perché la medicina è sopra ogni altra cosa un'arte dell'osservare" Luigi Turinese in Biotipologia

venerdì 1 ottobre 2010

Le Recensioni di L.T. - "Scrivere Zen" di N. Goldberg

Natalie Goldberg "Scrivere Zen", Ubaldini Editore,
Roma 1987


Una delle caratteristiche peculiari dello Zen è la sua capacità di permeare di sé molteplici attività umane, soprattutto nel campo artistico: lo spirito Zen ha tradizionalmente informato la pratica dell'Ikebana, la cerimonia del the, il tiro con l'arco, la calligrafia, sempre portando con sé rigore, disciplina e insieme armonia e spontaneità. C'è, nelle attività ispirate dallo Zen, un miracoloso equilibrio che fa sentire "ogni cosa al suo posto".

L'ultima arrivata tra le arti connesse con lo Zen è la "scrittura creativa", presentata da Natalie Goldberg, scrittrice americana praticante di Zen, in questo libro il cui titolo originale è ancora più incisivo: "Writing down the bones - Freeing the writer within" (pressappoco: "Scrivere fin nel midollo - Liberare lo scrittore dentro di noi")

Si tratta di un vero manuale di addestramento (l'autrice conduce seminari teorico-pratici di scrittura creativa in molte località degli Stati Uniti) e da questo punto di vista è un'opera per addetti ai lavori o aspiranti tali.

E' possibile tuttavia un altro livello di fruizione, secondo il quale la scrittura può rappresentare un vero e proprio esercizio di meditazione, la cui base è naturalmente la disciplina. L'autrice ci mostra che non esiste differenza tra scrittura partecipativa, basata sull'ascolto attento della realtà che ci circonda o che ci abita, e l'essere presenti suggerito dello Zen. La letteratura, in questa accezione, ha il compito di rendere desti, presenti, vivi.

Molto suggestivo è il capitolo intitolato "La forza del dettaglio", in cui si può leggere: "Lo scrittore deve dire sì alla vita, a ogni aspetto della vita: all'acqua nei bicchieri, al bricchetto del latte, al Ketchup sul balcone... Dobbiamo diventare scrittori che accettano le cose come sono, che riescono ad amare il dettaglio". Essere più attenti all'incessante flusso della vita: ecco la consegna, che si voglia diventare scrittori oppure no.


Luigi Turinese



In foto: "Pastelli"


Recensione apparsa su "PARAMITA , Quaderni di Buddhismo", Anno VII, n. 27 , Luglio-Settembre 1988

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