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"La qualità maggiore di un buon medico è un'estrema capacità di attenzione, perché la medicina è sopra ogni altra cosa un'arte dell'osservare" Luigi Turinese in Biotipologia

lunedì 18 aprile 2011

Le Recensioni di L.T. - " Sofferenza e guarigione", di L. Boggio-Gilot

Laura Boggio-Gilot, "Sofferenza e guarigione", Cittadella Editrice, Assisi 1993, pp.299

Con ammirevole tempestività, la casa editrice Cittadella mette a disposizione dei lettori le relazioni del primo congresso dell'Associazione Italiana di Psicologia Transpersonale (A.I.P.T.), svoltosi ad Assisi nel marzo 1992.
Laura Boggio-Gilot, l'anima più autorevole dell'associazione, nota ai lettori della nostra rivista per la sua fattiva collaborazione, si è assunta l'onere dell'editing, lavoro che ha svolto con efficacia e precisione.

Il libro è stato diviso in tre sezioni, intitolate rispettivamente: "Sofferenza e guarigione: implicazioni spirituali","L'interfaccia tra conoscenza scientifica e conoscenza spirituale" e "Psicoterapia e meditazione: ricerca sulla coscienza". Bisogna dire che la qualità degli interventi è molto elevata. A titolo di esempio, con la certezza peraltro di tacere colpevolmente i nomi di altri insigniti partecipanti, citiamo i padri Antonio Gentili e Mariano Ballester, Ken Wilber e Marco Manganelli, Riccardo Venturini e Corrado Pensa, e il veterano della psicoanalisi italiana Emilio Servadio.

Vorremmo fare una modesta considerazione.
Un crescente numero di psicologi si accosta alla comprensione della via spirituale, nei casi migliori utilizzando lo strumento principe di questa comprensione, ovverosia la pratica. Si tratta di una minoranza, è vero, rispetto alla pletora degli psicoterapeuti occupati soltanto in un'opera normalizzatrice del comportamento. Né gli uni né gli altri, tuttavia, sembrano attratti dal lavoro autenticamente psicologico, dal lavoro con l'anima. Il lavoro spirituale, infatti, procede per sottrazione, un po' come la scultura michelangiolesca che toglie marmo al blocco affinché emerga la figura che ne era soffocata; mentre il lavoro psicologico, al pari della pittura, procede per apposizione di immagini allo zero cromatico costituito dalla tela: lavoro con il proliferare delle immagini, con il loro simbolismo, tutto accettando, tutto comprendendo, senza la preoccupazione di essenzializzare.

Forse, azzardiamo, un autentico lavoro psicologico in ambito spirituale passa per la via tantrica, completamente disattesa in questi interventi; al contrario presa in considerazione da Jung, che non a caso è tra gli autori meno citati, salvo nell'intervento di Matteo Karawatt, d'altra parte psicoanalista junghiano del C.I.P.A. (Centro Italiano di Psicologia Analitica).

Luigi Turinese



In foto: "Regalità II"

Recensione apparsa nella rubrica "Libri" di "PARAMITA, Quaderni di Buddhismo", Anno XI, n. 48, Ottobre-Dicembre 1993

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