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"La qualità maggiore di un buon medico è un'estrema capacità di attenzione, perché la medicina è sopra ogni altra cosa un'arte dell'osservare" Luigi Turinese in Biotipologia

mercoledì 29 giugno 2011

Le Recensioni di L.T. - "La salute mediante l'equilibrio", di Y. Donden

Yeshi Donden, "La salute mediante l'equilibrio", Ubaldini Editore, Roma 1988, pp.200

Il libro in questione è il resoconto di un corso introduttivo sulla medicina tibetana che il dottor Yeshi Donden, allora medico personale del Dalai Lama, tenne nel 1980 presso l'Università della Virginia, invitato da Jeffrey Hopkins, che in quella università insegna buddhismo. Il libro, curato dalla stesso Hopkins, presenta un grande interesse antropologico, essendo testimonianza di un complesso modello culturale purtroppo in via di estinzione.

La medicina tibetana è in diretta filiazione dall'Ayurveda, il sistema medico indiano: la fisiologia ayurvedica è di tipo umorale, postula cioè l'esistenza di tre "umori" (aria, bile e flemma), dal cui equilibrio deriva la salute e dal cui squilibrio discende la malattia.
L'elemento buddhista si rintraccia nell'analisi dell'origine di tale squilibrio che, in accordo con la filosofia buddhista, la medicina tibetana fa risalire all'ignoranza (avidya) che permea la vita degli esseri non illuminati. "La radice è l'ignoranza degli inizi. A causa della sua forza siamo imprigionati nel ciclo dell'esistenza, nella ruota della continue nascite, della vecchiaia, della malattia e della morte. L'ignoranza ci segue come un'ombra. Così, anche se pensiamo che non ci sia motivo di ammalarci, anche se ci sembra di essere in ottima forma, in realtà, dal tempo degli inizi, abbiamo in noi la causa originaria della malattia" (pag.22).

Da un punto di vista tecnico, ci sono passi non privi di una certa noia, soprattutto quando l'autore esprime quella "smania classificatoria" tipica del pensiero orientale di area indiana. Inoltre, resta arduo operarare una traduzione operativa di certi concetti, provenienti in maniera evidente da una mentalità prescientifica e ad essa funzionali. Trasferendo tali concetti in altro contesto sorgono difficoltà, come quando Yeshi Donden sentenzia che "la cecità non ha nessun rapporto con il diabete" (pag. 160). Accettando tali palesi inesattezze senza esercitare la critica, si gettano le basi del dogmatismo, che non è mai foriero di una sana integrazione culturale.

Luigi Turinese


In foto: "Luce nascente"

Recensione apparsa nella rubrica "Libri" di "PARAMITA, Quaderni di Buddhismo", Anno VIII, n.32, Ottobre-Dicembre 1989

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