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"La qualità maggiore di un buon medico è un'estrema capacità di attenzione, perché la medicina è sopra ogni altra cosa un'arte dell'osservare" Luigi Turinese in Biotipologia

giovedì 18 agosto 2011

Le Recensioni di L.T. - "La saggezza freudiana", di A. Bonecchi

Adalberto Bonecchi, "La saggezza freudiana", Franco Angeli Editore, Milano 1988, pp.194

"La saggezza freudiana" appare in un momento culturale in cui la revisione critica della psicoanalisi comincia ad avvalersi di strumenti transculturali, attingendo a piene mani alla saggezza asiatica.
L'autore, laureato in filosofia, insiste sulla necessità di superare il riduzionismo insito nell'inserimento della psicoanailisi nel modello medico: ciò, in altri termini, equivale a svincolare la psicoanailsi dalle sue componenti strettamente psicoterapeutiche per aprirla a prospettive transpersonali. " ... che ne è del soggetto quando non vi è più bisogno di terapia? Vi è spazio per l'autorealizzazione." (pag. 146).
L'analista non cura, ma inizia l'analizzato ad un percorso di consapevolezza; obiettivo "alto" dell'analisi è dunque di rendere consapevoli di certo materiale inconscio e, soprattutto, dell'illusorietà dell'io. "La psicoanalisi ha le potenzialità per divenire il buddhismo dell'Occidente, ovvero una pratica e una teoria in grado di intervenire anche al terzo livello della psicopatologia, quel livello che per ora si chiama ancora normalità. Avremo così ... anche la terapia della normalità, lì dove per normalità è da intendere ... l'attaccamento al senso dell'io" (pag. 132). Si innesta evidentemente a questo punto il contributo del pensiero orientale, segnatamente del taoismo e del buddhismo; parallelamente l'autore si trova per così dire costretto a muovere critiche sostanziali alla chiusura delle "chiese" psicoanalitiche, accusate di non ampliare i propri orizzonti perché preoccupate unicamente a perpetuare sé sesse.
"Resta il mistero di come mai analisi didattiche freudiane producono freudiani, analisi didattiche junghiane degli junghiani, analisi didattiche kleiniane degli kleiniani e così via, fino alla noia". (pag. 15).

Nella presente fase, per così dire di irrigidimento psicoanalitico, può essere utile, secondo Bonecchi, tornare a una lettura senza pregiudizi di Freud, punto di partenza di tutte le successive interpretazioni.

Sembra tuttavia esagerato quanto è riferito alle pagg. 107-108: "Con Freud ... ci troviamo in una dimensione simile alla consapevolezza senza scelta e all'attenzione senza un particolare oggetto che ritroviamo in certe pratiche meditative orientali".

Nella struttura complessiva del libro appare una certa cesura anche stilistica tra i capitoli dedicati alla psicoanalisi e quelli in cui si prospetta l'integrazione della meditazione per realizzare un'apertura transpersonale. Nella parte in cui si discutono i problemi legati alla psiconalisi il linguaggio è spesso inutilmente criptico, vezzo non raro negli psicoanalisti che hanno "frequentato" Lacan; cosicché appare ancora più brusco il passaggio dalle dotte e talora oscure dissertazioni sulla psicoanalisi all'improvvisa irruzione di concetti-chiave della filosofia orientale.
Inoltre Bonecchi esprime in modo assai chiaro i fondamenti del Tai Chi Chuan, di cui lascia tuttavia perplessi l'assunzione a paradigma di meditazione. Le cose migliori del libro sembrano essere resoconti di altri lavori.
Dico questo senza alcun intento diminuitivo, essendo anzi grato all'autore per aver contribuito ad allargare presso il pubblico italiano l'interesse per quel gruppo straordinariamente stimolante che è l'Association for Transpersonal Psychology e per il loro Journal of Transpersonal Psychology.

L'importanza del lavoro di Bonecchi, di cui attendiamo ulteriori contributi sull'argomento, risiede nella sua funzione di "battistrada" per una più ariosa interpretazione della psicoanalisi, affinché esca dalla ritualità e dalla seriosità che troppo spesso la caratterizza e l'affligge. Molto acute appaiono in tal senso le riflessioni conclusive del libro sull'umorismo come indicatore di una situazione realmente transpersonale.


Luigi Turinese


In foto: "Purezza di cuore"

Recensione apparsa nella rubrica "Libri" di "PARAMITA, Quaderni di Buddhismo", Anno VIII, n.29, Gennaio-Marzo 1989

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