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"La qualità maggiore di un buon medico è un'estrema capacità di attenzione, perché la medicina è sopra ogni altra cosa un'arte dell'osservare" Luigi Turinese in Biotipologia

giovedì 22 dicembre 2011

Le Recensioni di L.T. - "Un fiore si apre", (a cura di) P. Scapinello

Paolo Scapinello (a cura di ), "Un fiore si apre. Le calligrafie di Yamada Mumon Rodhi", Edizioni Paramita, Roma 1994, pp.64

A distanza di dieci anni esatti dalla pubblicazione de "L'insegnamento del Buddha", di Walpola Rahula, appare questo secondogenito delle Edizioni Paramita. La nostra rivista ne va orgogliosa e lo prende in un certo senso come un regalo di compleanno.

Un po' testo teorico e e un po' catalogo, il libro possiede una sua eleganza. Centrale è la riproduzione di ventidue calligrafie del maestro Mumon (1900-1988), uno dei maggiori esponenti novecenteschi della tradizione Rinzai. La pregnanza delle calligrafie si commenta da sé, e la traduzione dei termini giapponesi è di aiuto ad una maggiore comprensione; tuttavia, proprio per il desiderio di penetrarle quanto più possibile con la nostra mente non illuminata, avremmo desiderato qualcosa di più delle sette note poste in successione alle calligrafie; che so, almeno una nota per ogni riproduzione.

Il libro si apre con la trascrizione di un breve discorso tenuto dal maestro a Scaramuccia nel 1976, nel corso di una sesshin presso il monastero zen Rinzai di cui è abate Engaku Taino.
E proprio a Taino (l'italiano Luigi Mario), che fu per sette anni discepolo di Mumon in Giappone e per un anno, tra il 1972 e il 1973, suo servitore personale (noi diremmo segretario), dobbiamo l'Introduzione al volume.
L'incarico di servitore, per la prima volta, nella tradizione Rinzai, affidato a un non giapponese, comprendeva anche l'incombenza di preparare l'inchiostro e la stanza dove le calligrafie venivano realizzate e poi fatte asciugare. I ricordi di Taino si fanno preziosi e commossi, e noi veniamo proiettati quasi in prima persona in un mondo che solitamente viene avvicinato attraverso approcci esportati in Occidente.
Come lo zen, anche la via della scrittura ha una deviazione cinese, poi rielaborata in Giappone. E appunto su "Sho-do: la via della scrittura" ci erudisce il concettoso saggio del professor Pasqualotto, che è un po' il pezzo forte teorico del libro: precisione storica e pregnanza per la pratica vi si fondono in modo mirabile.

Chiude il libro una breve nota del professor Aldo Tollini, docente di lingua giapponese e filologia giapponese, su "Calligrafia e scrittura in Giappone". Grazie

Luigi Turinese

In foto: "Creative water"

Recensione apparsa nella rubrica "Libri" di "PARAMITA, Quaderni di Buddhismo per la pratica e per il dialogo", Anno XIII, n.51, Luglio-Settembre 1994

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Luigi Turinese Cantautore

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