Piazza N. Longobardi 3, 00145 Roma tel 06 51607592
"La qualità maggiore di un buon medico è un'estrema capacità di attenzione, perché la medicina è sopra ogni altra cosa un'arte dell'osservare" Luigi Turinese in Biotipologia

sabato 5 dicembre 2020

L'omeopatia in due libri. Francesco Negro/Luigi Turinese - Evento online Martedì 15 dicembre 2020 ore 20.30

 

L'omeopatia in due libri
Incontro con gli autori
Francesco Negro
"Vivere come persona. Umanesimo ed Ecologia in Medicina
e
Luigi Turinese
 "Hahnemann. Vita del padre dell'omeopatia"
(co-autore R. de Torrebruna)

Presentazione online
Martedì 15 dicembre 2020

Iscriversi qui


Nel corso della presentazione gli autori, che sono amici e colleghi, con grandi affinità intellettuali,
scaveranno nei significati profondi che hanno voluto comunicare con le loro due opere




lunedì 26 ottobre 2020

"Angelologia delle Parole" Convegno online 7 novembre 2020 h 9.30/13.00



Angelologia delle Parole
Analisi e cura poetica

Convegno online

Sabato 7  novembre 2020
dalle 9.30 alle 13.00

per iscrizioni inviare email a
cipa.meridionale@yahoo.it - info@cipameridionale.it

segreteria@impacentrostudi.it

scarica qui la locandina con il programma completo dell'evento 

Il programma e i relatori:





"Il movimento della conoscenza" intervista a Luigi Turinese a cura di Anma Crespi - su W.A.L. walkandlearn

 Il movimento della conoscenza

                                                                                                    "Primordial yoni" foto G. Tarantino


Intervista a Luigi Turinese

a cura di Anma Crespi


Dott. Turinese, quanto incide sulla salute la consapevolezza di una imprescindibile continuità tra dimensione fisiologica e dimensione psichica? Quanto conta nella gestione del proprio “patrimonio-salute” l’immagine del corpo?

“Oltre dieci anni fa, nel mio Modelli psicosomatici. Un approccio categoriale alla clinica (Elsevier-Masson, Milano 2009), cercavo di mostrare come la vecchia concezione psicosomatica che differenziava le malattie organiche dalle malattie psicosomatiche, esito queste ultime di un conflitto emotivo non elaborato – pur utile a rompere i preconcetti organicisti –, andasse superata a favore di un modello unitario. Provo a spiegarmi meglio: l’essere umano è per sua natura psicosomatico, per cui si esprime in modo unitario sia nella salute sia nella malattia. Recuperare la relazione tra corpo e mente solo nella malattia – in particolare solo nelle malattie funzionali – mi sembra molto riduttivo. L’immagine del corpo è molto importante. A tale proposito voglio sottolineare come la sua composizione sia l’esito di una combinazione tra lo sguardo dei care-givers, le sollecitazioni del collettivo e il proprio rapporto con lo specchio: non sempre l’immagine che esso ci restituisce corrisponde a un dato oggettivo, come dimostra il caso delle persone affette da disturbi alimentari”.


Lei è convinto dell’efficacia dell’attività fisica nella prevenzione della malattia in genere? Se sì, perché? In che consiste esattamente la terapeuticità del Movimento?

“Da ‘sedentario moderato’ – sono un buon camminatore, ma definirmi sportivo sarebbe millantato credito – credo che il movimento sia l’essenza della Vita. Ogni tipo di movimento, da quello letterale a quello metaforico – ad esempio il muoversi tra le molteplici declinazioni della conoscenza – contribuisce a mantenersi vivi e in buona salute psicofisica. Pertanto allargherei il valore preventivo oltre che terapeutico del movimento a ogni azione dinamica” [...continua]


Leggi l'intervista completa su WAL experience


giovedì 22 ottobre 2020

Hahnemann. Vita del padre dell'omeopatia (Riedizione, Ed. Efesto, 2020) - di Riccardo de Torrebruna e Luigi Turinese

 Hahnemann. Vita del padre dell'omeopatia (Riedizione Ed. Efesto, 2020)


 

Titolo: "Hahnemann. Vita del padre dell'omeopatia. Sonata in cinque movimenti"
Autori: Riccardo de Torrebruna, Luigi Turinese
ISBN: 9788833811949
Editore: Edizioni Efesto
Luogo e Anno di pubblicazione: Roma 2020
Collana: de ortibus et occasibus
Pagine: 152
Prezzo: 13.50€

La vita di Samuel Hahnemann è il viaggio vertiginoso di uno sperimentatore votato a rinnovare l’intero apparato della medicina dei suoi tempi e, forse, dei nostri. Composta alla maniera di Mozart, suo contemporaneo, ecco dunque una “sonata in cinque movimenti”, in cui lo spartito si divide in due partiture. Da un lato, nella scrittura di Riccardo de Torrebruna, gli squarci “in diretta” dei momenti più significativi della biografia di Hahnemann, un’intrusione nel suo mondo privato, quasi il diario intimo di un ricercatore accerchiato dalla Storia. Dall’altra, la cronologia dei passaggi cruciali delle sue scoperte, descritti in modo essenziale e accurato da Luigi Turinese: la nascita dell’omeopatia e il percorso del suo sviluppo con il supporto di documenti e di citazioni originali.
Il libro si propone di aprire ai neofiti nuovi orizzonti sul significato della “cura” e di fornire agli esperti una diversa opportunità per osservare un grande maestro all’opera, senza i consueti scivolamenti celebrativi, recuperando piuttosto le ombre e le crisi di un personaggio di enorme statura, ai più ancora sconosciuto.
Sull’onda della polemica che ciclicamente cospira contro l’efficacia dell’omeopatia e dei suoi rimedi, questo libro tratta in modo assolutamente nuovo l’argomento e presenta Hahnemann non solo come un pioniere del metodo scientifico, ma come il precursore di una visione olistica della medicina.


Ordina il volume qui


sabato 17 ottobre 2020

"Hahnemann. Vita del padre dell'Omeopatia" - Presentazione del libro (Riedizione 2020, Edizioni Efesto) di R.de Torrebruna e L.Turinese


N.B. EVENTO RIMANDATO A DATA DA DESTINARSI

 Presentazione del libro

Sabato 31 Ottobre 2020
ore 10.30
Aranceria dell'Orto Botanico di Roma
Largo Cristina di Svezia 23/A

INGRESSO LIBERO



lunedì 14 settembre 2020

Mezz'ora di Medicina Integrata - Videointervista a Luigi Turinese, di Gino Santini

 

Mezz’ora di Medicina Integrata

Nella sera del 10 luglio 2020 nasce sulla pagina Facebook della Siomi una rubrica che vuole portare una ventata di chiarezza su tanti temi che, volutamente o meno, vediamo diffusi in modo distorto e superficiale. Si parla di Medicina Integrata e lo si fa con i professionisti che la utilizzano nel quotidiano con i loro pazienti. Il taglio volutamente divulgativo della rubrica vuole contribuire a quella chiarezza che deve sempre essere alla base del rapporto tra medico e paziente.

Gino Santini intervista Luigi Turinese

Guarda la videointervista


Intervista a Luigi Turinese from Gino Santini on Vimeo.

giovedì 3 settembre 2020

"Walking on the wild side. Trame di Dioniso" di Luigi Turinese, Edizioni Magi (Roma, 2020)




Titolo: "Walking on the wild side. Trame di Dioniso"

Autore: Luigi Turinese, 
Editore: Magi Edizioni
Collana: i quadrifogli
Data e Luogo di Pubblicazione: settembre 2020, Roma
EAN: 9788874874354
ISBN: 8874874359
Pagine: 32
Prezzo: 5 €

Quarta di copertina:  Che cosa accomuna la possessione erotica, le dipendenze, gli eccessi di ogni tipo, il pansessualismo che spinge a giocare più ruoli e minaccia le ortodossie morali… il teatro, il carnevale, i travestimenti, l’estasi mistica come quella prodotta dalla musica rock… il profetismo dei leader carismatici, la violenza degli hooligans… l’isteria e la sindrome bipolare? Sono tutte trame di Dioniso, il dio incarnato nel perpetuo fluire della vita con le sue innumerevoli contraddizioni.

Ordina il libro qui




domenica 17 maggio 2020

Contro totem e tabù. Per un recupero del valore dell'incertezza


di Luigi Turinese
"Opus incertum" - foto Gianna Tarantino
“La vita è sopravvivenza permanente”  Julia Kristeva
Ciascuno di noi si sente interpellato di fronte al forte rimaneggiamento sociale in cui ci ha spinto la combinazione tra pandemia e misure messe in atto per contrastarla. Misure non sempre condotte all’insegna del buon senso e della razionalità, benché sostenute e incoraggiate dalla “scienza”.
Lo sgretolarsi delle certezze
La perdita improvvisa delle certezze ha generato un’ansia securitaria responsabile a sua volta di comportamenti intrisi di paura e sospetto. L’umanità globalizzata è arrivata impreparata al confronto con il rischio anche perché, da troppo tempo educata alla rimozione della mortalità, ha sviluppato oramai un’intolleranza per i limiti. Come mette bene in evidenza il sociologo Franco Crespi in un recentissimo scritto intitolato “Vulnerabilità e senso del limite: per una nuova modernità”,  i limiti più vistosi e meno tollerati riguardano il sapere – nella fattispecie il sapere medico – e la capacità di controllo. Così, di fronte all’incontrollabile – e che cosa c’è di meno controllabile di un’entità biologica meno visibile di un batterio? – le nostre certezze si sgretolano.
Safe space
Nel 2018 Hykel Hosni, Professore di Logica e Filosofia della Scienza a Milano, ha pubblicato per l’Editore Carocci un saggio molto interessante sin dal titolo (“Probabilità. Come smettere di preoccuparsi e iniziare ad amare l’incertezza”), nel quale, a partire da una disamina della teoria della probabilità in ambito tecnico-scientifico, arriva a proporre una cultura dell’incertezza. [...]

martedì 5 maggio 2020

"Ballate di un'altra estate"- il CD di Luigi Turinese (La Azotea Producciones, 2016)


Luigi Turinese
Ballate di un'altra estate


Luigi Turinese  voce e chitarra
Simone Turinese chitarra, basso e tastiere
Emilio Cedrés Hernandez chitarra, basso, tastiere e coro
José Jiulian Maillard Lopez chitarra
Dani Gonzalez batteria e percussioni
Mattia Carrara tastiere

Testi e musica di Luigi Turinese



7. Janis



Registrato e prodotto da La Azotea Producciones
di Simone Turinese e Emilio Cedrés Hernandez
Fotografia e Grafica SCB
(2016)

* Francesco Cognetti al basso






martedì 28 aprile 2020

Di virus, di morte e altre sciocchezze (cit. Guccini)

Di virus, di morte e altre sciocchezze (cit. Guccini)
di Luigi Turinese

Giardino d'inverno - foto Gianna Tarantino



Confesso un certo pudore nel provare a dire qualcosa di sensato a proposito dell’epidemia – o pandemia, poco importa come la vogliamo chiamare – da coronavirus.

Dialettica, clima emotivo e nevrosi
Troppo si è detto, letto e dichiarato, oltre tutto sovente in un clima emotivo che poco invita al ragionamento. Su un piano generale, a proposito di questo tema osservo la grande difficoltà di tutti noi nel mantenere un pensiero dialettico: il che, seguendo Jung, è un criterio diagnostico certo di nevrosi. 
Dal punto di vista junghiano, difatti, la conseguenza più vistosa di uno stato nevrotico è l’unilateralità; laddove la salute mentale consiste innanzitutto nella capacità di mantenere vivi – dentro di sé e con gli altri – i due corni di un dilemma. Insomma, saggio è colui che non risolve il conflitto buttandosi da una parte o dall’altra ma che esamina le posizioni, anche le più contraddittorie, riuscendo – ove possibile – a intravvederne la complementarietà.

La nevrosi dei governi
La questione delle differenze tra i vari governi nell’affrontare l’epidemia/pandemia ne è un esempio interessante. Da una parte la scelta cinese, poi, in salsa mediterranea, dell’Italia; dall’altra quella britannica. La prima ha puntato sull’isolamento progressivamente crescente della popolazione, nell’attesa che si attenui la carica virale; la seconda propone una sorveglianza attiva del virus, ad esempio senza chiudere le scuole, nella speranza che si diffonda una immunità di comunità (la cosiddetta “immunità di gregge”). 
Non importa se il diffondersi del contagio, dal momento in cui ho iniziato a scrivere questo articolo a quando l’ho portato a termine, ha modificato alcune delle posizioni indicate. Quel che voglio significare è la possibilità di pensare mantenendo vivi gli opposti, favorendo l’emersione di un pensiero creativo terzo, che trascenda gli estremi.

Negazione, fobia e paralogismo ovvero psicosi
Allo stesso modo, nei singoli hanno prevalso le opposte posizioni difensive della negazione e della fobia, non di rado condite con argomentazioni viziate da un accentuato paralogismo: ovvero da quello snodarsi di passaggi apparentemente inappuntabili ma derivanti da un premessa indimostrabile o palesemente errata. 
È interessante far notare che il paralogismo è una delle caratteristiche del pensiero psicotico. Quanto detto finora investe l’insieme delle riflessioni suscitate dall’epidemia in corso, tra le quali quelle che riguardano gli anziani. Sin dall’inizio, quasi a voler rassicurare la popolazione, si è insistito sul fatto che si trattasse di una forma parainfluenzale, certo piuttosto aggressiva, che “uccide prevalentemente gli anziani”.

Gli scongiuri degli anziani…
A parte il fatto che molti anziani si saranno prodotti in svariate forme di scongiuro – popolari o più raffinate poco importa –, anche se provvista di incontrovertibile evidenza epidemiologica tale affermazione rientra tra quelle difensive. Come dire: “Mi dispiace per il nonno ma anche stavolta io la faccio franca”. 
Va anche detto che alcuni anziani, al grido di “ho fatto la guerra! ho passato l’asiatica!”, hanno inizialmente sottovalutato la situazione....



Articolo apparso su Generiamo salute - Marzo 2020 


venerdì 24 aprile 2020

Sul "Burn out", lo stress da lavoro

Quando ci si sente "fusi" - Note sulla sindrome del burn out
di Luigi Turinese

La luna e il falò - foto Gianna Tarantino


In un film di James Foley del 1992, Americans, interpretato da Al Pacino, Kevin Spacey, Alec Baldwin e un monumentale Jack Lemmon in uno dei suoi rari ruoli drammatici, ai quattro dipendenti di un’agenzia immobiliare di New York vengono dati dei contatti ai quali fornire dei contratti di vendita. Una sera, arriva in agenzia un inviato della proprietà incaricato di fare da motivatore: per risollevarsi, l’agenzia lancia una sfida a tutti i suoi dipendenti. Chi riuscirà a vendere di più avrà in premio una Cadillac Eldorado, il secondo riceverà un servizio di coltelli da bistecca, per gli altri licenziamento immediato. 
Si scatena il panico tra i dipendenti, ognuno dei quali è costretto ad affrontare una serie di problemi derivanti dalla sovrapposizione tra la nuova situazione di urgenza e questioni familiari e private. Come si può ben immaginare, la tensione cresce, insieme al crollo di qualunque residua istanza altruistica e collaborativa.

Quella appena descritta è una tipica situazione foriera di burn out. Descritta compiutamente a partire dagli anni ’70 negli USA, la sindrome del burn out è un processo multifattoriale (psico-socio-culturale) che comporta il progressivo esaurimento motivazionale dei lavoratori, soprattutto quelli dediti a professioni di aiuto, anche se negli ultimi anni le condizioni di pressione economica e prestazionale presenti in molti settori hanno condotto a un allargamento del campo di indagine, tanto che nel 2019 della sindrome si è occupata ufficialmente l’OMS. 
“Il burn out – si legge sul sito dell’agenzia speciale dell’Onu per la salute – è incluso nell’11esima revisione dell’International Classification of Diseases (ICD-11) come un fenomeno occupazionale (stress da lavoro). 
Non è classificata come una condizione medica”. Il quadro clinico è polimorfo: si va da sintomi aspecifici (insonnia, astenia, “nervosismo”) a sintomi somatici (cefalea, eretismo cardio-vascolare) e psicologici (depressione, rabbia, indifferenza nei confronti delle mansioni e degli utenti). 
Ne consegue un esaurimento emotivo (con un sinistro gioco di parole potremmo dire che si va dall’empatia all’apatia), depersonalizzazione (distacco dagli altri, cinismo, sino all’ostilità), ridotta realizzazione personale (in ultima analisi, si prova un senso di fallimento). 
Non di rado, prima di rivolgersi al medico e/o alla psicoterapia, il soggetto prova a forzare la situazione con eccitanti o rilassanti leciti (caffè, alcool, talora benzodiazepine autoprescritte) sino a sostanze illegali

giovedì 23 aprile 2020

Terza età e ipermedicalizzazione degli anziani - di Luigi Turinese

Note sull’ipermedicalizzazione degli anziani

“La medicina ha fatto così tanti progressi che oramai più nessuno è sano” 
(Aldous Huxley)

Il padre Anchise - foto Gianna Tarantino



In ambito geriatrico, il 30% dei ricoveri ospedalieri e il 20% delle spese sanitarie superflue sono riconducibili a prescrizioni inappropriate. Senza arrivare a questi estremi, osserviamo che non pochi anziani sono trattati con una politerapia che può superare la quantità di dieci farmaci diversi da distribuire - con fatica - all’interno della giornata. Anche soltanto considerando il rischio di interazioni tra farmaci e la difficile compliance che deriva da una così complessa gestione, si tratta di dati allarmanti.
A questi si aggiunga un fenomeno che rientra a pieno titolo tra gli effetti indesiderati generali: l’aumentato rischio di caduta prodotto da alcuni medicinali di uso comune presso gli anziani (benzodiazepine, antidepressivi, antipertensivi, ecc.), che ha condotto a compilare vere e proprie liste di Fall Risk Increasing Drugs.

Viva i pazienti spaventati
Il fatto è che i medici sono formati per prescrivere; e specularmente i pazienti sono inclini a pretendere una prescrizione, trasformandosi così da (presunti) malati a consumatori.
Il fenomeno della medicalizzazione della società non è limitato agli anziani. Basti pensare alla patologizzazione di ogni esperienza che si situi al di fuori dell’ideale di una vita senza scosse: i bambini vivaci diventano iperattivi, le delusioni sentimentali garantiscono l’ingresso nella categoria “depressione”; e così via. Per ognuno di questi inconvenienti c’è un farmaco. È come se ciascuno di noi fosse dichiarato incapace di affrontare i saliscendi della vita senza tutela medica. Questo scenario si aggroviglia in modo particolare nella cosiddetta “terza età”, anche mercé l’enfasi posta sui “fattori di rischio”.
Non si può infatti trattare il tema dell’ipermedicalizzazione separandolo dalla questione della sovradiagnosi.
A tale riguardo nel settembre 2013 si è tenuta negli USA la prima conferenza internazionale Preventing Overdiagnosis. Ben prima (2002) il British Medical Journal aveva inaugurato la rubrica “Too much medicine” e a partire dal 2010 la rivista Archives of Internal Medicine ospita la rubrica “Less is more” (d’altronde, già Ippocrate ammoniva: “Per il malato, il meno è il meglio”). Segno che anche la medicina accademica si sta accorgendo del problema.

Il target governativo o la professione medica?
L’imperfezione dei test - unita al continuo abbassamento dei valori-soglia, che trasforma ogni disturbo o anomalia statistica in una malattia in agguato –, il trattamento farmacologico di deviazioni dalla norma (già; ma qual è la norma?) che ancora non si sono palesate in quadri clinici (con gli effetti collaterali del caso), l’aspettativa indotta negli utenti di soluzioni definitive sono altrettanti limiti alla forsennata corsa allo screening.
Nel 2009 Michael Oliver, professore emerito di cardiologia presso l’Università di Edimburgo, pubblica sul British Medical Journal un articolo in cui descrive, con humour britannico, l’odissea di un gruppo di pensionati in buona salute convocati dal proprio medico di base per un check-up annuale e trasformati ipso facto in malati spaventati e bisognosi di esami diagnostici, terapie farmacologiche e drastiche proibizioni delle loro abitudini voluttuarie.
“Che razza di medicina è questa, dove la politica prevale sulla professionalità, l'ossessione per i target governativi si sostituisce al buon senso e il paternalismo rimpiazza la responsabilità personale? Sembra che la maggior parte dei Governi occidentali consideri tutte le persone al di sopra dei 75 anni come pazienti.” Una malintesa interpretazione dell’idea di medicina preventiva concorre dunque a trasformare i sani in malati.



Bibliografia:
Su disease mongering vedi Marco Bobbio, dal significativo titolo “Il malato immaginato” (Einaudi, Torino 2010).
Sull’invito a passare dalla patologia alla clinica cfr. Turinese, L.: “Modelli psicosomatici. Un approccio categoriale alla clinica”, Elsevier-Masson, Milano 2009.
Su Colesterolo vedi Marco Bobbio “Leggenda e realtà del colesterolo. Le labili certezze della medicina” (Bollati Boringhieri, Torino 1993).
Vedi anche:
Illich, I. (1976): “Nemesi medica”, Mondadori, Milano 1977.
Richard J. Ablin (2014): “Il grande inganno sulla prostata”, Raffaello Cortina, Milano 20

Luigi Turinese

Articolo apparso su Generiamo salute  - Gennaio 2020

  

venerdì 7 febbraio 2020

Presentazione del libro "L'unica dimensione possibile" di Leonardo Jattarelli


Venerdì 7 febbraio 2020
Jey
Roma



L'autore conversa con Luigi Turinese
 Letture dell'attrice Valeria Zazzaretta. 
Musica: Elga Paoli (piano), Giosi Faber (basso elettrico)



Libri di Luigi Turinese

Luigi Turinese Cantautore

Luigi Turinese Cantautore
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