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"La qualità maggiore di un buon medico è un'estrema capacità di attenzione, perché la medicina è sopra ogni altra cosa un'arte dell'osservare" Luigi Turinese in Biotipologia

giovedì 3 maggio 2012

"Un ricordo di James Hillman" - su Studi Junghiani

La scomparsa di James Hillman (Atlantic City, 12 aprile 1926 – Thompson, 27 ottobre 2011), al di là del dispiacere da parte di chi lo ha conosciuto, segna un vallo tra due epoche. Hillman, difatti, a dispetto della chiamata in causa di categorie come quelle di postmoderno o addirittura di new age, rimane un intellettuale finissimo, molto novecentesco. Soprattutto, molto europeo.

Tra i grandi postjunghiani (Erich Neumann, Michael Fordham, Marie-Louise von Franz), Hillman è stato quello che più di tutti è uscito dal recinto degli addetti ai lavori, influenzando almeno due generazioni di persone di cultura che ne hanno fatto sovente un Maestro di vita.

Pur non essendo facile sintetizzarne il percorso, non v’è dubbio che Hillman sia stato uno junghiano, sebbene per più versi uno junghiano eretico, sin dal suo aver ipertrofizzato una parte del pensiero Jung – quella legata agli archetipi – lasciando in ombra o mostrando scarso entusiasmo per altri topoi dell’opera junghiana, come la tipologia, il procedimento dialettico per opposti e il concetto di Sé.

La sua produzione letteraria è vastissima, difficilmente riassumibile in poche righe. A voler essere schematici, si possono individuare due categorie: i testi più tecnici (sebbene nessun lavoro di Hillman sia aridamente tecnico, pieno com’è di amplificazioni culturali) e quelli prevalentemente filosofici, con proporzione crescente a favore di questi ultimi dopo il 1989, anno in cui Hillman abbandona l’attività clinica.
Il lavoro di Hillman ha avuto particolare risonanza nel nostro paese, dove è stato invitato più volte, dando luogo a “cenacoli” interdisciplinari, come quello incarnato dalla rivista Anima a Firenze o come l’IMPA (Istituto Mediterraneo di Psicologia Archetipica), fondato da me e da Riccardo Mondo a Catania in occasione dell’80° compleanno del Maestro e che lo ha avuto come Presidente Onorario fino alla sua morte.

Dick Russell, che ha scritto una biografia di Hillman in due volumi (uscirà l’anno prossimo negli Stati Uniti), ha dedicato ampio spazio ai rapporti del Maestro con la cultura italiana: rapporti di reciproca fascinazione e fecondazione, come attesta l’affermazione dello stesso Hillman che “la Psicologia Archetipica ha le sue origini nel Sud”.

Luigi Turinese
Articolo pubblicato su Studi Junghiani n.34 (luglio-dicembre 2011), pp. 81-82

"Luigi Turinese e James Hillman a Taormina il 3.10.2008" (Foto di Gianna Tarantino)

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