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"La qualità maggiore di un buon medico è un'estrema capacità di attenzione, perché la medicina è sopra ogni altra cosa un'arte dell'osservare" Luigi Turinese in Biotipologia

sabato 19 giugno 2010

Biotipologia - Recensione di Elena Liotta





Biotipologia- L'analisi del tipo nella pratica medica, Milano Tecniche Nuove, 1997


Il mondo contemporaneo, con la massiccia introduzione della scienza e della tecnologia nella vita quotidiana, ha in realtà finito per incrinare la millenaria fìducia e dipendenza del malato dal medico e dai farmaci. Il che ha qualcosa di paradossale, poiché, almeno in teoria, la specializzazione e il balzo in avanti della possibilità di curare e addirittura guarire il corpo dalle malattie avrebbe dovuto casomai conferire un potere ancora più assoluto sia al medico che alla medicina. Ma gli psicoanalisti sanno che la relazione è un tramite ineliminabile di ogni vicenda umana, soprattutto quando la malattia e la vecchiaia rendono gli esseri umani fragili e dipendenti. Il graduale eclissarsi della relazione nell'affidamento del corpo malato a tutto un armamentario tecnologico, preciso ma freddo, veritiero ma distante, terapeutico ma invadente, ha dato luogo a un vissuto persecutorio sempre più diffuso, unitamente alla sfiducia nella medicina causata da fattori contingenti, quali la disorganizzazione della Sanità, la scarsa preparazione di alcuni medici, l'uso a volte strumentale dei media e della letteratura divulgativa. La confusione e la sfiducia che ne conseguono rendono il malato, o il potenziale malato, sempre più spaesato e preoccupato.

Da quando è iniziata l'accelerazione del progresso tecnologico in ambito medico, si sono anche identificate e separate le varie componenti della disciplina medica in una crescente specializzazione, si sono collocati gli aspetti psicologici nella psicologia scientifica, nella psicoterapia e nella psicoanalisi e sono nate, o meglio hanno continuato ad esistere assumendo nuovi nomi, tutte le discipline che oggi vanno sotto l'ambiguo nome di medicina "alternativa" o meglio di medicina "naturale". Al di là del valore terapeutico, che non sta a me giudicare, sia la medicina ufficiale, ortodossa - non definirei "tradizionale" qualcosa che ha appena un secolo di vita - sia quella naturale - che meriterebbe di diritto tale appellativo - non possono fare a meno di affrontare il rapporto con il malato e l'organizzazione della sua cura in tutti i suoi aspetti. E, certamente, su questo punto la medicina naturale è presente e quella ufficiale poco o niente.

Luigi Turinese, medico, e in particolare, medico omeopatico, sa trasmettere nel suo libro di introduzione alla Biotipologia, questo rispetto per l'essere umano, per l'altro, insieme a una modalità di intervento non rigida né attaccata a idee preconcette e a una capacità di non totale identificazione con il ruolo. La medicina omeopatica - laddove "omeo-patica" può essere non solo la composizione del farmaco in relazione alla malattia, ma l'impostazione generale della cura - è sicuramente l'alveo naturale per una rinnovata alleanza e solidarietà tra medico e paziente e per un nuovo accostamento al corpo e alla malattia.

Il libro di Turinese la arricchisce con un taglio ulteriore, originato anche dalla sua conoscenza della psicodinamica junghiana. Si tratta, come suggerisce il titolo, dello studio e della conseguente applicazione sul piano diagnostico e terapeutico, della tipologia bio-psicologica e della costituzionalità. Questo garantisce il ritorno del malato in posizione prioritaria rispetto alla malattia, ricordando alla medicina la sua vocazione originariamente umanistica. Il libro, inoltre, fornisce un utile excursus nella storia delle teorie tipologiche fino a toccare l'affascinante e modernissimo campo di ricerca della psiconeuroendocrinologia e dell'immunologia (PNEI), aree in cui si cerca di colmare quel salto tra corpo e mente. Il misterioso anello psico-somatico che impegna tanto i medici quanto gli studiosi della psiche.

La prospettiva storica restituisce vigore a ciò che sembrava scomparso, cioè "il terreno", la costituzionalità, l'uomo come sistema, la rete dei suoi fattori vitali. Unitamente allo spirito di fondo e alle conoscenze che fornisce, il libro apre a riflessioni sui rapporti tra discipline diverse, animando la lettura di una visione olistica che risponde alla nuova esigenza di una parte della scienza contemporanea. Turinese compie così varie integrazioni: alla medicina omeopatica offre la tipologia psicologica, alla psicologia del profondo offre la biotipologia e le scoperte della medicina omeopatica.

In un libro dedicato a studenti e medici omeopatici, allo psicoanalista interessano, in particolare, due capitoli: quello , appunto, sulle tipologie psicologiche e l'ultimo, dedicato alla PNEI. Il primo perché integra la teoria tipologica, in particolare quella psicoanalitica e junghiana, in un contesto più ampio e moderno, togliendole una certa patina retrò e il rischio dello stereotipo, e conferendole un nuovo e immediato valore clinico. Tra natura e cultura, tra una individuazione- individualismo e l'appiattimento collettivo, l'indagine tipologica ritrova una sua leggittimità. La ricerca della regolarità e ricorsività, al cospetto dell'infinita varietà del vivente è la premessa di ogni scienza e di ogni possibilità di prevenzione e cura. Siamo individui biopsicologici e, speriamo prima o poi anche "individuati", ma non siamo né delle rarità o delle eccezioni né il prodotto stampato dalla società-cultura che ci ospita. Inoltre, proprio l'esplorazione dell'area dei fenomeni "psicoidi", oggi tanto teorizzata sull'esperienza clinica e l'approfondimento dell'insoluto rapporto mente-corpo possono avvantaggiarsi delle conoscenze della medicina omeopatica ,visto che , come osserva anche E. Whitmont - che è sia medico omeopatico sia analista junghiano - proprio gli junghiani non hanno dato finora l'attenzione dovuta alla connessione ideale tra alcuni principi omeopatici e gli studi di Jung sull'Alchimia.
Pensiamo solo alle idee di somiglianza e opposizione, di separazione tra mente/lapis e unio naturale, massa confusa , alla sostanza-non sostanza, ecc., a tutta la riflessione sui fenomeni energetici e di campo e sulle loro trasformazioni, alla sincronicità, ecc.

Il capitolo sulla PNEI, oltre al pregio della chiarezza ed essenzialità che permette anche ai non addetti ai lavori di comprenderne le linee fondamentali e l'importanza , conferma agli analisti più sensibili al campo psicosomatico la delicatezza dei rapporti tra bio-psico-tipologia, cronobiologia, stress, sistema nervoso, immunitario ed endocrino.
Due citazioni di Turinese, nell'arco di due secoli, riaffermano l'integrazione tra tra scienze naturali e umane, tra medicina e psicologia. Dal contemporaneo O. Sacks: "La fisologia, la neurologia e le neuroscienze stesse, hanno bisogno del concetto di individuo..." e poi indietro, fino al padre dell'omeopatia, S. Hahnemann: "Non si guarirà mai, dunque, in modo conforme alla natura cioè in modo omeopatico, se per ogni caso individuale di malattia, anche acuta, non si presenterà simultaneamente la dovuta attenzione anche alle modificazioni dello stato psichico e mentale del malato".
Questo principio di fondo, ricordato da e a medici e neuroscienziati, ripreso da un medico e analista junghiano, ricorda anche a noi analisti ciò che a parole sicuramente sappiamo e ripetiamo: che separare, dividere , analizzare sono funzioni essenziali per la conoscenza , ma che esse non determinano la realtà né fisica né psichica, la quale si presenta invece come un sistema , una rete energetica , globale e unitaria.

Lavorare, in qualsiasi professione di cura, nella consapevolezza dei limiti del proprio strumento è l'unica garanzia di crescita dlla propria disciplina e di controllo dell'onnipotenza del terapeuta. Turinese ci fa implicitamente riflettere sull'annosa questione tra medici e non-medici in ambito psicoterapeutico proprio ricollocando la cura nell'alveo più ampio di una vera integrazione bio-psicologica.

Elena Liotta

In Rivista di Psicologia Analitica - Nuova serie n.6 n.58/98 "Intersezioni: Modi di pensare la psiche", in "Biblioteca" pagg. 221-223

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Luigi Turinese Cantautore

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