Sebbene l'affermazione possa suonare riduttiva, la notorietà di Ouspensky è legata soprattutto al suo resoconto del lavoro svolto con Gurdjieff (si veda "Frammenti di un insegnamento sconosciuto", Roma 1976).
Il bizzarro umorismo da "briccone divino" che caratterizza l'insegnamento di Gurdjieff e che si può apprezzare in modo particolare nei suoi "Incontri con uomini straordinari" (Milano 1977) viene però completamente perduto nelle seriose pagine di Ouspensky.
Il libro che qui presentiamo, elaborato tra il 1911 e il 1929, vuole essere una summa del cosiddetto Mondo Psicologico dell'autore. A parte l'ironia che si può fare vedendo l'esoterismo, per definizione cosa destinata a pochi, divulgato in cinquecento (!) pagine di grande tiratura, desta meraviglia la totale assenza di qualsiasi riferimento a Gurdjieff, incontrato da Ouspensky sin dal 1915 a Mosca. Grande considerazione, com'era da aspettarsi, viene invece riservata al Nietzsche del superuomo (anche il Buddha è definito un superuomo): Ouspenky non esce dalla mitologia solare dell'eroe. L'antimodernismo dell'autore, vezzo di molti occultisti (non dimentichiamo che la collana "Orizzonti dello spirito" in cui il libro è pubblicato fu fondata da Julius Evola), raggiunge il suo apice involontariamente comico con queste frasi sulla psicoanalisi: "Quando io cominciai ad interesssarmi ai sogni, la psicoanalisi non esisteva ancora, o comunque era molto poco conosciuta, e ... non c'è e non c'era nella psicoanalisi alcunché di valido ... La popolarità della psicanalisi in certi circoli d'arte o di letteratura , o presso certe classi di pubblico , può venire spiegata dalla giustificazione e dalla difesa che la psicanalisi fa dell'omosessualità" (pagg. 254-255).
Luigi Turinese
In foto: "Modellismo"
Recensione apparsa nella rubrica "Libri" di "PARAMITA , Quaderni di Buddhismo ", Anno XI, n. 43, Luglio-Settembre 1992
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