Carlo Coccioli, "Budda e il suo glorioso mondo", Rusconi, MIlano 1990, pp.239
Scrittore anomalo e cosmopolita, il livornese Carlo Coccioli è stato a tal segno "rimosso" dalla società letteraria italiana che le sue opere sono pressoché introvabili; e sì che non di una scrittore di primo pelo si tratta, ma di un settantenne considerato in Messico, dove vive dal 1953, uno dei maggiori autori di lingua spagnola. Capace di scrivere direttamente in spagnolo e in francese, oltreché ovviamente in italiano, Coccioli paga ancora lo scotto della pubblicazione, nel 1951, di un romanzo "scomodo": "Fabrizio Lupo", una vicenda omosessuale. L'amarezza di allora lo spinse all'esilio.
Un esilio fertile, durante il quale questo singolare personaggio è divenuto una sorta di cultore razionale di misticismo, fino ad approdare, attraverso un percorso originale, alle proposte soteriologiche dell'Oriente (si veda ad esempio "Piccolo karma", Milano 1987).
Questa biografia del Buddha è un libro non sistematico , espressione dell'interesse che la cultura non specialistica ha da qualche tempo per il buddhismo. L'autore, uomo animato dalle passioni, è perciò stesso attivato da una via che insegna a relativizzarle; considerata anche la sua particolare biografia, si può comprendere la sottolineatura della tolleranza buddhista.
Luigi Turinese
In Foto: "Intrico"
Recensione apparsa nella rubrica "Libri" di "PARAMITA, Quaderni di Buddhismo", Anno IX, n.35, Luglio-Settembre1990
Scrittore anomalo e cosmopolita, il livornese Carlo Coccioli è stato a tal segno "rimosso" dalla società letteraria italiana che le sue opere sono pressoché introvabili; e sì che non di una scrittore di primo pelo si tratta, ma di un settantenne considerato in Messico, dove vive dal 1953, uno dei maggiori autori di lingua spagnola. Capace di scrivere direttamente in spagnolo e in francese, oltreché ovviamente in italiano, Coccioli paga ancora lo scotto della pubblicazione, nel 1951, di un romanzo "scomodo": "Fabrizio Lupo", una vicenda omosessuale. L'amarezza di allora lo spinse all'esilio.
Un esilio fertile, durante il quale questo singolare personaggio è divenuto una sorta di cultore razionale di misticismo, fino ad approdare, attraverso un percorso originale, alle proposte soteriologiche dell'Oriente (si veda ad esempio "Piccolo karma", Milano 1987).
Questa biografia del Buddha è un libro non sistematico , espressione dell'interesse che la cultura non specialistica ha da qualche tempo per il buddhismo. L'autore, uomo animato dalle passioni, è perciò stesso attivato da una via che insegna a relativizzarle; considerata anche la sua particolare biografia, si può comprendere la sottolineatura della tolleranza buddhista.
Luigi Turinese
In Foto: "Intrico"
Recensione apparsa nella rubrica "Libri" di "PARAMITA, Quaderni di Buddhismo", Anno IX, n.35, Luglio-Settembre1990
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