Noto ai lettori di PARAMITA per alcune collaborazioni di rilievo, l'autore, ricercatore di Storia della Filosofia presso l'Università di Urbino, presenta questa sua ultima fatica, resa ancor più rimarchevole dal fatto che la traduzione dal cinese dei brani presentati si deve allo stesso Autore.
Il primo capitolo del libro, "La mente allo specchio", costituisce un vero e proprio viaggio introduttivo alle sei opere presentate. L'antologia testimonia un periodo cruciale della storia del buddhismo Ch'an, sviluppo cinese del Dhyana e prefigurazione dello Zen giapponese del periodo T'ang (618-907 o 960 secondo altri autori).
Nel suo studio sulla filosofia cinese, Icilio Vecchiotti definisce il periodo T'ang " ... quello del pieno sviluppo delle scuole buddhiste" ("Che cosa è la filosofia cinese", Roma 1973, pag. 129).
La scissione tra la scuola del Nord e la scuola del Sud, avvenuta in corrispondenza dell'avvento del Sesto Patriarca, Hui-Neng (VII secolo) è documentata dal "Trattato sulla contemplazione della mente" e dal "Sutra dell'altare del Sesto Patriarca". Gli altri testi presenti sono le "Iscrizioni per perfezionare la mente", il "Trattato sugli elementi essenziali per coltivare la mente" e "Il Poema del Samadhi dello specchio prezioso". Ogni testo viene tradotto e presentato a larghi brani, intercalati da lunghi commenti del professore Arena.
Ne emergono potentemente tratti essenziali del Ch'an, come la sua radicalità rispetto alle precedenti scuole buddhiste, la profonda influenza del taoismo e la presenza di temi squisitamente mahayanici.
Tra le curiosità, la relativizzazione dell'enfasi comunemente posta sul kung-an (in giapponese koan). "In realtà - ci informa Arena - "i kung-an si svilupparono duranmte la decadenza del Ch'an" (pag 10).
Luigi Turinese
Recensione apparsa nella rubrica "Libri" di "PARAMITA, Quaderni di Buddhismo per la pratica e per il dialogo", Anno XIII, n.52, Ottobre-Dicembre 1994
Nessun commento:
Posta un commento