Come sempre per i grandi personaggi - e non c'è dubbio che Thich Nath Hahn lo sia - è in agguato il rischio che l'editoria raschi il fondo del barile per dare alle stampe ogni tratto di penna e ogni esternazione.
Questo fenomeno ci pare in corso anche per il Nostro. Che cosa dire di questo "Toccare la pace"?
Tanto è l'anelito di Thich Nath Hahn alla pace, che assistiamo a un sesto capitolo ("Trattato di pace") in cui lo spirito di pace viene letteralizzato in un vero e proprio trattato, con tanto di firma da apporre (!) da parte dei sottoscriventi.
Non c'è dubbio che ciò possa avere una rilevanza pratica, e costituisce addirittura un "mezzo abile". Ma una cosa è vivere in una comunità in cui ogni esperienza può trasformarsi in un passo di avvicinamento tra le persone; altra cosa è leggere in un libro un modulo da controfirmare, "Messaggio di Pace" (pag. 57).
Se mancano delle specificazioni contestuali (siamo in un monastero, siamo nel corso di un ritiro, e così via), riesce difficile assimilare la sostanza dell'importante messaggio.
Luigi Turinese
In foto: "Golfo mistico"
Recensione apparsa nella rubrica "Libri" di "PARAMITA, Quaderni di Buddhismo per la pratica e per il dialogo", Anno XV, n.59, Luglio-Settembre 1996
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