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"La qualità maggiore di un buon medico è un'estrema capacità di attenzione, perché la medicina è sopra ogni altra cosa un'arte dell'osservare" Luigi Turinese in Biotipologia

giovedì 9 settembre 2010

Breve storia dell'idea tipologica

Ogni volta che un sistema medico ha oltrepassato l'istanza meramente biologica e patologica nel tentativo di comprendere l'essenza dell'uomo, ne è scaturito un indirizzo sintetico che include invariabilmente una classificazione tipologica. Raggruppare i tipi umani in rapporto alle caratteristiche che li differenziano o li rendono simili, non è un arido esercizio classificatorio, né un modo per la peculiarità irripetibile di ciascun individuo. Lo studio dell'uomo in chiave tipologica, anzi, ha delle conseguenze rilevanti proprio per quel che concerne la comprensione del singolo. Infatti esso:
- mette in grado di conoscere le predisposizioni morbose e quindi di effettuare una vera medicina preventiva.Questa si attuerà con misure igienico-dietetiche e terapeutiche altamente individualizzate;
- può aiutare il medico ad interpretare le manifestazioni reattive del paziente;
- permette di valutare la resistenza o la recettività a certe affezioni morbose.

La classificazione tipologica
La classificazione più antica che si conosca si deve alla medicina ayurvedica. Questa, imperniata sul principio dei Tridosa, distingue i tipi umani a seconda del dosa ("umore") prevalente al momento del concepimento. Una persona il cui dosa prevalente sia il Pitta avrà una Pitta Prakriti, caratterizzata da un'esuberanza di Pitta e da una quantità minore, variabile di Vata e Kapha. Le altre due costituzioni di base sono rispettivamente la Vata Prakriti e la Kapha Prakriti, a cuisi può affiancare la Sama Prakriti, o costituzione ideale, in cui c'è perfetto equilibrio dei due dosa.
Il tipo Vata è aggravato dal freddo umido, dal lavoro psicofisico prolungato, dalle preoccupazioni. Ha una spiccata predilezione per l'arte. Impaziente ed incoerente, ha temperamento incerto e presenta frequenti variazioni d'umore. Frettoloso e iperattivo, è soggetto a malattie nervose. E' piuttosto gracile.
Il tipo Pitta è aggravato dal calore, dalla collera, da disturbi durante la digestione. Ha buona memoria, è brillante in società e ama monopolizzare ogni conversazione. Irascibile, vigoroso, ama la competizione perché gli dà modo di emergere. La cute è un apparato facilmente interessato da eruzioni e sudorazioni maleodoranti, espressione di accumuli tossinici.
Il tipo Kapha è aggravato dalla vita sedentaria, dal freddo, in tutte le condizioni di umidità. E' paziente e autocontrollato, metodico e lento. Tende all'obesità.

La medicina occidentale suole farsi nascere con Ippocrate di Coo (458-370). Egli, rifacendosi alla cosmogonia empedoclea, descrive sia il macrocosmo che il microcosmo come costituiti da quattro elementi: acqua, aria, fuoco e flemma per il macrocosmo; corrispondentemente flemma, sangue, bile gialla e bile nera (i quattro "umori") per il microcosmo. L'equilibrio armonico dei quattro umori (crasi) conferisce la salute; il loro squilibrio (discrasia) è alla radice della malattia. Anche qui, come nell'Ayurveda, a seconda dell'umore prevalente avremo quattro temperamenti di base: Flemmatico, Sanguigno, Biliare e Atrabiliare (melanconico).
Il Flemmatico è obeso, flaccido, ha cute fredda e polso debole e lento. Dotato di scarsa energia, presenta lentezza di tutte le reazioni. Carattere riflessivo e poco emotivo,tende all'apatia.
Il Sanguigno possiede un corpo solido e cute ben irrorarta. E' caloroso e ottimista. Ama i piaceri della vita.
Il Biliare è longilineo ma robusto, dotato di intelligenza brillante. Ha carattere irritabile e reazioni pronte.
L'Atrabiliare è gracile e ha fisionomia triste. Timido e ipocondriaco presenta introspezione e pessimismo.

Il Medioevo occidentale custodisce la dottrina costituzionale umorale e la tramanda ai secoli successivi.
Durante il Rinascimento, anche il mondo artistico mostra interesse per lo studio dei diversi tipi umani, in particolare per il rapporto che lega espressione del volto e temperamento. Albrecht Dürer (1417-1528)sembra particolarmente attratto da tali studi. L'edizione veneziana (1591) del trattato "Della simmetria dei corpi humani, libri quattro" porta un quinto libro postumo che tratta il problema della "facies" in rapporto al temperamento. In esso Dürer spiega "come debba dipingersi l'uomo ingegnoso, o l'uomo collerico". Il capolavoro del maestro di Norimberga "I quattro apostoli" sembra una magistrale illustrazione dei temperamenti ippocratici. Flemmatico, Sanguigno, Biliare e Atrabiliare: S. Marco, S. Pietro, S. Paolo e S. Giovanni.
Pressappoco nello stesso periodo, Leonardo da Vinci (1452-1519), cui non sfugge la problematica in questione, osserva che "li segni de li volti mostrano in parte la natura de uomini" e, nell'ambito facciale, descrive i muscoli "del dolore", "dell'ira", "del rimorso".
E' ormai aperta la strada dell'affermarsi della Fisiognomica, che consiste nel dedurre dai dettagli del viso il temperamento di una persona. La rinascita in epoca moderna di questa scienza, che non era sconosciuta nell'antichità (lo stesso Aristotele scrisse un trattato sull'argomento), suole attribuirsi all'opera di Giambattista Della Porta (1535-1615)
La Fisiognomica è la più compiuta e affascinante tra le scienze delle costituzioni, secondo la quale la parte contiene e rivela il tutto (metoposcopia, chiroscopia, onicoscopia, glossoscopia, iridoscopia quali studio della fronte, della mano, delle unghie, della lingua, dell'iride).
Due secoli dopo Della Porta, il pensatore svizzero Lavater (1741-1801)scrive un trattato dal titolo "La fisionomia"(1744-1748), al quale collaborano anche Herder e Goethe.
Anche la grafologia può essere compresa tra le scienze delle costituzioni parziali.
Nel 1622 Carlo Baldi, professore di filosofia a Napoli, pubblica un "Trattato del come da una lettera missiva si conoscono la natura e la qualità dello scrittore". Un secolo e mezzo più tardi, nel 1872, l'abate Michon fa il primo tentativo di "grafologia medica", descrivendo le modificazioni grafiche causate da alcune malattie.

A partire dal secolo XIX cominciano ad essere elaborate nuove classificazioni tipologiche globali, improntate inizialmente ad un criterio morfologico.
Il francese Thomas (1821) divide i tipi in Cefalico, Toracico e Addominale, in relazione allo sviluppo dei corrispondenti segmenti corporei. Rostan (1826) aggiunge un criterio funzionale a quello puramente morfologico di Thomas e distingue cinque tipi: Cerebrale, Respiratorio, Digestivo, Genitale, Muscolare.
Sigaud (1862-1921), a cavallo tra il XIX e il XX secolo rende ancor più dinamico l'orientamento funzionale di Rostan. Egli, ritenendo l'essere umano la risultante di quattro sistemi (gastrointestinale, broncopolmonare, osteomuscolare, cerebrospinale), descrive altrettanti tipi (Digestivo, Respiratorio, Muscolare, Cerebrale) derivanti dalla preponderanza funzionale di un sistema sull'altro. Il dinamismo introdotto da Sigaud consiste nell'importanza attribuita, nella detereminazione di queste preponderanze, ai fattori ambientali (rispettivamente il fattore alimentare, il fattore atmosferico, il fattore fisico e quello socio-relazionale)
Contemporaneo a Sigaud, A. De Giovanni (1838-1916) descrive, nella sua "Morfologia del corpo umano"(1891)tre combinazioni morfologiche: la prima è caratterizzata da una deficienza degli organi toraco-addominali, la seconda da un esagerato volume degli organi contenuti nel torace e la terza da una preponderanza del volume addominale. Di grande interesse lo studio condotto da De Giovanni sulle diatesi, ossia sulle predisposizioni morbose.
Il suo allievo e biografo G. Viola (1870-1943) fonda su di un rigoroso metodo di ricerca antropometrica la moderna scienza morfologica delle costituzioni. Egli dimostra l'esistenza di due sole modalità di variazione della forma umana ideale (rarissima), la Longilinea Microsplancnica e la Brevilinea Megalosplancnica.
N. Pende (1880-1970), allievo di Viola, accetta le due varianti proposte dal suo maestro, ma descrive, per ciascuna di esse, due modalità di comportamento funzionale basate su altrettante costellazioni neuroormonali.
La classificazione di Pende comprende Brevilineo astenico, Brevilineo stenico, Longilineo stenico, Longilineo astenico.
La grande importanza della biotipologia pendiana risiede nell'aver riunito in un solo studio i diversi aspetti dell'essere umano, che le preesistenti classificazioni avevano preso in considerazione separatamente o riunito solo parzialmente.
Come è noto, Pende immagina la costituzione globale di ogni individuo come una piramide a quattro facce (morfologica, funzionale, intellettiva e psichica) riposanti su una base costituita dall'eredità.


Segni morfologici
Viene spontaneo chiedersi, a questo punto, da dove traggono origine i segni morfologici, funzionali, neuroendocrini, psichici che fanno di un biotipo ciò che è. Martiny (1897) ha indicato la via per rispondere a questo centrale interrogativo richiamando l'attenzione sullo sviluppo embrionale.
Nella seconda e nella terza settimana di vita intrauterina l'embrione si struttura in tre lamine o foglietti germinativi: endoblasta., mesoblasta, ectoblasta. Il periodo compreso tra la quarta e l'ottava settimana è cruciale per lo sviluppo dell'organismo. Inizia infatti l'organogenesi, che si attua attraverso la differenziazione dei foglietti germinativi. Dall'endoblasta derivano le mucose dell'apparato digerente e dell'apparato respiratorio, fegato e pancreas, timo, tiroide e paratiroidi.
Dal mesoblasta traggono origine l'apparato osteo-articolare e muscolare, l'apparato cardiovascolare, milza, reni e corticosurrene, gonadi e ipofisi anteriore.
Dall'ectoblasta nascono il sistema nervoso, l'epidermide, la midollare del surrene e l'ipofisi posteriore.
Secondo Martiny, la costituzione di ogni individuo dipende da quanto avviene in questo stadio. Il foglietto germinativo che ha maggiore sollecitazione energetica di sviluppo dà luogo a un'esuberanza dei rispettivi organi di derivazione. Abbiamo così tre costituzioni (Endoblasta, Mesoblasta, Ectoblasta) corrispondenti alla dominanza del foglietto germinativo rispettivo e una quarta costituzione, da Martiny denominata Cordoblasta, risultante dall'equilibrio di sviluppo dei tre foglietti.
L'Endoblasta assimila molto, e quindi tende all'obesità, a causa del suo ipoendocrinismo. E' calmo, sedentario, dotato di saggezza pratica. Il Mesoblasta è pletorico, muscoloso, iperendocrino. Bisognoso di movimento ed esuberante, va in collera facilmente ma perdona molto presto. L'Ectoblasta è gracile, ipoendocrino, emotivo e neurolabile. Il Cordoblasta è longilineo ma robusto, normoendocrino. Ha notevole capacità intellettuale ed è molto equilibrato.

Per un approfondimento v. "La scienza delle costituzioni umane - Omeopatia e Ayurveda"

Lo studio della personalità umana dal punto di vista dei processi energetici del corpo è l'obiettivo centrale dell'analisi bioenergetica, disciplina nata negli anni cinquanta grazie al lavoro di A. Lowen (1910), allievo di W. Reich (1897-1957), che sviluppa gli studi del suo maestro circa la possibilità di influenzare gli atteggiamenti mentali lavorando sul corpo. Secondo Lowen il corpo non mente, basta saperlo leggere.
Spesso il tono di voce e lo sguardo di una persona hanno un impatto maggiore delle parole che pronuncia.
Studiando nei suoi pazienti la morfologia, la dinamica, il tono muscolare, la mimica, lo sguardo, oltre ovviamente alle relative caratteristice psichiche, Lowen è giunto a classificare gli individui in cinque tipi di base e ad elaborare per ciascuno di essi approcci psicofisici differenti.
Il carattere schizoide è longilineo, con scarso sviluppo muscolare. Il viso è pallido e poco espressivo. L'energia viene trattenuta e non fluisce nelle strutture periferiche deputate al contatto: viso, mani, genitali, piedi. Dotato di intelligenza astratta è un cerebrale che non riesce ad avere una relazione piena e concreta con la realtà.
Il carattere orale presenta un corpo fragile, soprattutto nella parte inferiore. Lo sguardo esprime una richiesta affettiva, dal momento che tutta la problematica del biotipo ruota attorno al bisogno di sostegno per la difficoltà di rendersi indipendente. C'è una spiccata tendenza alla depressione.
Il carattere psicopatico ha una struttura corporea sbilanciata versoi l'alto. E' il soggetto del "petto in fuori, pancia in dentro". C''è in lui una continua preoccupazione di controllare l'ambiente e le situazioni, a causa della paura di fallire.
Il carattere masochista è brevilineo con tendenza a un'obesità flaccida. Il soffocamento dell'energia è collegato a una forte compressione dell'aggressività, che viene autodiretta, con pensieri depressivi e di autovalutazione. Il masochista è sempre disposto a compiacere gli altri, ma questo atteggiamento cela un'inconscia ostilità.
Il carattere rigido è fisicamente ben proporzionato. I suoi occhi sono brillanti, con un fondo malinconico. L'andatura è eretta e armoniosa. L'energia fluisce, ma "con cautela". Il biotipo infatti agisce con sentimento, ma autocontrollandosi costantemente.



La scienza della costituzione
I sistemi sin qui descritti hanno alcune caratteristiche comuni:
a) Incorporano tutte, sia pure con accenti diversi, una psicologia.
b) Il loro "Umanesimo" ne fa la premessa ideale perché il rapporto medico-paziente sia qualcosa di più di un semplice incontro tecnico.
c) Hanno una valenza "ecologica", poiché prendono atto del legame indissolubile che lega l'uomo al suo ambiente.
d) Portando un contributo non indifferente alla comprensione filosofica dell'uomo e del suo posto nell'Universo.
Non credo di esagerare affermando che lo studio della biotipologia, aiutando a conoscere se stessi e gli altri, contribuisce a migliorare i rapporti interpersonali. In questo senso, esso dovrebbe entrare a far parte di ogni programma educativo, e non essere destinato solo agli addetti ai lavori.

A suggellare questa breve e incompleta panoramica sulla storia degli studi biotipologici mi sembra adeguato il seguente passo del grande storico della medicina Adalberto Pazzini:
"E se tra le varie dottrine che costituiscono il sapere medico-biologico una ce n'è che si possa seguire con ammirata ricerca attraverso i secoli e i millenni, questa è quella che oggi è nota col nome di scienza della costituzione".


Luigi Turinese

Bibliografia:
Busacchi V., "Storia della medicina", Bologna 1973
Carrel A. "Medicina ufficiale e medicine eretiche", Milano 1950
Chandrashekar G. Thakkur, "Introduzione all'Ayurveda", Roma 1974
Langman J., "Embriologia medica", Padova 1969
Lowen A., "Bioenergetica", Milano 1975
Mancini C., "A. Dürer e la medicina costituzionale", Roma 1964
Pende N., "Scienza della costituzione. Sua evoluzione storica", Roma 1953
Santini A., "Lezioni di dottrina e farmacologia omeopatica", Roma 1983
Per la parte attinente all'Analisi bioenergetica l'autore si è avvalso della relazione dal titolo "Omeopatia e Analisi bioenergetica: un approccio complementare", presentata in collaborazione con la psicologa Maria Alborghetti al Secondo Congresso Internazionale del Nobile Collegio Omeopatico (Roma, aprile 1984)

In foto: "Chiroscopia"

Articolo apparso su "Yoga & Ayurveda", n. 12, Anno II, settembre 1985, pagg. 51-56

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