Trattandosi di una conferenza breve, si può comprendere in un certo senso lo stile frammentario e il carattere non esaustivo di questo libretto, specialmente se lo confrontiamo con lavori di più ampio respiro dello stesso Autore (particolarmente rappresentativo "Il cristallo e la via di luce" nelle edizioni Ubaldini).
Il lavoro presenta comunque una interessante esposizione comparativa soprattutto negli accenni al rapporto dello Dzog-chen con il buddhismo da una parte e la tradizione Bon dall'altra; meno sviluppati appaiono i riferimenti allo Zen, che non si distingue a sufficienza nel contesto mahayana.
Sul piano storico e dottrinale, il testo di Norbu reca un contributo di rilievo alla affermazione dello Dzog-chen come pratica e insegnamento autonomi, ben distinti dal Bon e dal buddhismo anche tantrico; è quindi messa in luce la specificità dell'antico insegnamento pre-buddhista, la cui essenza è "auto-perfezione".
Da segnalare anche l'ottima prefazione di Kennard Lipman, dell'Università di Berkeley, California.
Luigi Turinese
In foto: "Acutezze"
Recensione apparsa nella rubrica "Libri" di "PARAMITA, Quaderni di Buddhismo", Anno IX, n.33, Gennaio-Marzo 1990
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