L'autrice, una giovane insegnante americana praticante presso il Centro Zen di Berkeley, ha inventato il personaggio di Tofu Roshi per divulgare al tempo stesso lo spirito dello zen e una benevola, ironica critica nei confronti di ogni fanatismo pseudomistico.
"Caro Tofu Roshi, il mio cane non vuol star fermo sul suo cuscino di meditazione. Posso legarlo al suo cuscino una quarantina di minuti al giorno?" Padrone accanito. "Caro Padrone, se il tuo cane non vuol stare seduto, tu cosa legheresti: il cane o il cuscino? ..." (pag. 35).
"Caro Tofu Roshi ... alla sera, dopo cena mio marito si rilassa da una dura giornata di lavoro suonando il banjo. Ho provato a fare meditazione mentre lui suona, ma non riesco a concentrarmi sul respiro sulle note di "Foggy Mountain in Breakdown". Così, per poter meditare, devo aspettare che vada a letto. Quando lo raggiungo a letto, calma e concentrata, lui dorme. Sono mesi che non riusciamo a dirci due parole, e il mio matrimonio sta andando a pezzi. Devo abbandonare la meditazione o mio marito?" "Cara A.B., non perdere altro tempo; recati con tuo marito da un buon consulente matrimoniale buddhista nel più vicino consultorio di quartiere: vi potrà aiutare ad abbandonare il pensiero dualistico e a trovare il modo di integrare la pratica meditativa con la vita familiare. Non è certo mio compito, né mio desiderio, separare moglie e marito con la lama affilata dello zazen" (pag. 91-92).
Come si può vedere siamo di fronte a una simpatica satira, non priva di affetto, sul mondo dei praticanti zen. Esilarante il glossario, che affianca a definizioni rigorosamente corrette altre improntate sulla massima ironia. Sesshin: Ritiro intensivo di meditazione zen, spesso paragonato all'esperienza di una cura canalare multipla dal dentista. Zendo: stanza in cui non si conclude mai niente.
La saggezza contenuta in questa apparente sequenza di nonsense appare in tutta la sua forza nell'appendice, dal significativo titolo: "Come smettere di migliorarsi".
Luigi Turinese
In foto: "Shiva danzante"
Recensione apparsa nella rubrica "Libri" di "PARAMITA, Quaderni di Buddhismo", Anno IX, n.33, Gennaio-Marzo 1990
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