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"La qualità maggiore di un buon medico è un'estrema capacità di attenzione, perché la medicina è sopra ogni altra cosa un'arte dell'osservare" Luigi Turinese in Biotipologia

lunedì 14 novembre 2011

Le Recensioni di L.T. - "Sistemica. Voci e percorsi nella complessità", (a cura di) U.Telfener e L.Casadio

Umberta Telfener e Luca Casadio (a cura di), "Sistemica. Voci e percorsi nella complessità", Bollati Boringhieri, Torino2003, pp. 598

L’ispiratore di questa opera possente – citato più volte nella ricca e didattica introduzione – è stato una figura di spicco nel panorama dell’epistemologia contemporanea. Si tratta del viennese Heinz von Foerst (1911-2002), che Umberta Telfener nella premessa definisce esplicitamente “il mio mentore” (p. 12).

Laureatosi in fisica a Vienna, von Foerster si trasferì nel 1949 negli U.S.A., dove promosse tra l’altro le Macy Conferences, seminari interdisciplinari in cui si gettarono le basi della moderna epistemologia. Nel 1957 fondò il BLC (Biological Computer Laboratory), che vide la partecipazione di personaggi del calibro di Gregory Bateson e di Margaret Mead.

Si deve a von Foerster la coniazione del termine sistemica – come sostantivo, si badi bene – ad indicare una disciplina capace di cogliere la molteplicità, direi quasi la natura polifonica dell’esistenza.
La sistemica si occupa pertanto di interazioni piuttosto che di definizioni, del contesto piuttosto che delle singole parti. È evidente la filiazione dalle scienze della complessità e dal costruttivismo, secondo il quale – nel processo di conoscenza – la realtà viene letteralmente costruita a partire dall’esperienza del soggetto percipiente.
L’introduzione del punto di vista del soggetto – allo stesso modo in cui nella fisica quantistica l’esito di una determinata operazione di calcolo deve tener conto della posizione dell’osservatore – finisce per rendere desuete le pretese di neutralità e di oggettività del processo conoscitivo.

Il punto di vista sistemico è particolarmente fertile se posto in dialettica e non in contrapposizione col punto di vista scientifico tradizionale, più analitico. Tra l’altro – come correlato etico – ne deriva un atteggiamento di grande tolleranza intellettuale, che riconosce la possibile coesistenza di verità parziali ma non contraddittorie.

Il volume che presentiamo fornisce nell’introduzione dei curatori (pp.19-83) la cornice storica e metodologica per comprendere il senso di quello che altrimenti potrebbe apparire come un semplice dizionario consistente nella definizione di 172 lemmi, che vanno da abduzione a vincolo/possibilità, affidati a una cinquantina di specialisti di varie discipline; le stesse che sono considerate centrali nella rivoluzione scientifico-filosofica del ‘900: cibernetica; teoria dei sistemi; paradigma della complessità; costruttivismo e costruzionismo; ermeneutica; scienze cognitive. Processo fondamentale del pensiero – e non mera figura retorica – è considerata la metafora, attraverso cui si raggiunge la complementarità dei punti di vista e una embricazione tra le diverse teorie.

All’introduzione fanno quindi seguito otto schede (pp. 84-107) che applicano questa accezione di metafora ad altrettanti campi cruciali, ovvero: psicologia, psichiatria, clinica; psicoterapia sistemica; psicoanalisi; economia; management; formazione; medicina; antropologia. A questo punto si snoda – con le caratteristiche di un ipertesto – il corpus magnum (pp. 115-553) delle definizioni, che non soffrono dell’ordine alfabetico ma – come esplicitato – costituiscono voci e percorsi nella complessità. La trama epistemologica vi si interseca con la trama clinica.

Concludono il volume due ampie bibliografie: una di approfondimento per le singole voci e una generale ma suddivisa seguendo sette grandi categorie (i classici dell’epistemologia moderna; epistemologie; filosofia, ermeneutica, filosofia della scienza; ecc…); e un breve capitolo intitolato dodici possibili percorsi: vi si indicano appunto altrettanti percorsi tematici (per conoscere Bateson; percorso di psicologia clinica; introduzione alla biologia e all’approccio evolutivo; teorie della conoscenza; ecc…) percorribili attraverso una scelta ragionata delle parole del dizionario.

Sistemica è davvero il prodotto di quello che Gilles Deleuze definirebbe un pensiero nomade, complesso e dialogante.

Luigi Turinese

In foto: "Aquiloni"

Recensione apparsa su "L'analista plurimo. Trasversalità e appartenenza", "Rivista di Psicologia Analitica", Nuova serie n.16, La biblioteca di Vivarium, 68/2003, pp. 210-211

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