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"La qualità maggiore di un buon medico è un'estrema capacità di attenzione, perché la medicina è sopra ogni altra cosa un'arte dell'osservare" Luigi Turinese in Biotipologia

giovedì 4 novembre 2010

Le Recensioni di L.T. - "Orienti e Occidenti" (a cura di) G. Sanna e A. Capasso e "Religioni nel tempo" (a cura di) G. Sanna

Gabriella Sanna e Antonella Capasso (a cura di), "Orienti e Occidenti"; Fahrenheit 451, Roma 1997

Che senso può avere - oggi - parlare ancora di Oriente e Occidente come di due assoluti? Se lo chiedono studiosi di diverse estrazioni (antropologica, economica, storico-filosofica, religiosa, sociologica, letteraria). Luciano Canfora abbozza una storia dell'idea di Occidente, concludendo: "Oggi Orienti e Occidenti si intrecciano inestricabilmente. E comunque la discriminante non è più tra Oriente e Occidente ma tra Nord e Sud del mondo e il Sud non sta solo al Sud ma è presente, a chiazze o a "pelle di leopardo" praticamente ovunque. E sarà sempre più così grazie al fenomeno inarrestabile quale l'immigrazione" (pagg. 27-28). La dialettica Sud/Nord cui accennava Canfora è ripresa dall'antropologo Vittorio Lanternari.
Grazia Marchianò ci rammenta come l'estetica orientale sia fortemente condizionata dall'idea di natura espressa in Estremo Oriente. Pio Filippani-Ronconi ci parla dei valori della spiritualità orientale; mentre Giangiorgio Pasqualotto sembra più interessato a far luce sui problemi, non privi di ritorni luminosi, scaturiti dalla tensione oppositiva dei due poli, Oriente e Occidente. Armando Grisci, docente di letteratura comparata, scrive sulle letterature di migrazione, mentre Franco Mazzei discetta sul rapporto tra lo sviluppo del Giappone e l'Occidente. Giampiero Comolli, infine, sembra essersi specializzato nell'indagine sociologica sulla diffusione nel nostro paese di culti di ispirazione orientale.


Gabriella Sanna (a cura di), "Religioni nel tempo", Edizioni
Lavoro. Roma
1996

"L'impatto dell'Occidente con le 'altre' religioni assume di volta in volta valenze di segno diverso: vedi la simpatia che si riserva alle religioni orientali, considerate talvolta solo nella loro aura esotica, vedi l'indifferenza, quando non l'apatia, con cui è accolto l'Islam, tacciato in tutte le sue manifestazioni, spesso senza distinzioni, di fondamentalismo e intolleranza verso la modernità e divenuto negli ultimi tempi il contenitore simbolico di tutte le paure della "fortezza" occidentale. Sono ambedue atteggiamenti che non favoriscono una reale comprensione dei fenomeni e quindi un dialogo e una accettazione reciproca. Lo spirito di fondo che attraversa quest'opera è quello di rintracciare le radici storiche delle antiche tradizioni religiose, con un intento divulgativo e conoscitivo, per meglio comprendere il presente con le sue trasformazioni e mutamenti" (pagg.10-11.
L'ampia citazione dell'introduzione di Gabriella Sanna contribuisce a spiegare gli obiettivi di questo lavoro, svolto a più mani - e che mani!: Venturini, Polichetti, Vesci, Lanciotti... - e in grado di farci capire in che misura i movimenti di popoli e l'accelerazione della comunicazione abbiano modificato lo statuto originario delle grandi religioni. Di particolare interesse ci sono sembrati i saggi di Bernardi e Triulzi sulle culture e le religioni dell'Africa, anche perché di queste aree, eccezion fatta per la loro componente islamica, si parla di rado.
Bellissima, poi, la relazione di Alberto Ventura (l'Islam classico: sviluppo storico e immagini dell'Occidente), provvista di una bibliografia ricca e anche sinteticamente ragionata, quindi utile e non semplicemente accademica.



Luigi Turinese


In foto: "Vicinanze d'azzurro"

Recensione apparsa in "PARAMITA, Quaderni di Buddhismo per la pratica e per il dialogo", Anno XVI, n.67 , Luglio-Settembre 1998

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