Scrittore fecondo e psicoanalista originale, di estrazione freudiana e approdato alle più ariose prospettive transpersonali, Bonecchi traccia in questo saggio sulla relazione amorosa le possibilità insite nel rapporto d'amore maturo. "... l'arte d'amare non è tanto l'arte di restare innamorati, ma proprio l'arte di uscire dalla cattura immaginaria. Giorno dopo giorno, la "Via dell'amore" viene imboccata quando, grazie alla presenza di un compagno o di una compagna responsabili, si riesce a spezzare il ciclo ripetitivo del discorso amoroso, che sfinisce il soggetto in continui innamoramenti. Infatti l'amante può riuscire laddove l'innamorato fallisce"(pag. 31).
Nell'amore maturo, dunque, l'amante/amato fornisce al partner, essendone ricambiato, una occasione preziosa per allargare il campo della sua consapevolezza. E' a questo livello che un elemento spirituale si introduce nel discorso amoroso, ponendo i due partner nella reciproca e intercambiabile posizione di maestro e allievo.
E' ciò di cui si discute nell'ultimo capitolo, che dà il titolo al libro e ne costituisce il punto più alto. A sostegno di questa tesi vengono invocati sia elementi tratti dalla filosofia e dalla psicologia orientali, soprattutto buddhiste, sia dalla fisica contemporanea, laddove si sottolinea la necessità, per entrare nella "Via dell'amore", di perdere la prospettiva dualistica a favore di un'ottica relazionale.
Luigi Turinese
In foto: "Venghino, Signori, venghino!"
Recensione apparsa nella rubrica "Libri" di "PARAMITA, Quaderni di Buddhismo", Anno VIII, n.32, Ottobre-Dicembre 1989
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