C'erano una volta le comunità di base. Di quel movimento, che negli anni '70 rivoluzionò il mondo cattolico, Giovanni Franzoni (Don Franzoni quando era abate della Basilica di San Paolo a Roma) fu esponente di spicco.
Oggi, ridotto allo stato laicale, Franzoni continua ad essere in prima fila nell'impegno sociale, e lo testimonia con questo libro, in cui auspica l'allargamento dell'area della compassione.
Questo lodevole proposito muove dalla preoccupazione dell'autore che la fretta dell'uomo di fine millennio, il suo correre, lasci indietro i "piccoli" che non possono o non sanno correre.
Le numerose citazioni bibliche e "laiche" non intellettualizzano il libro, che mantiene un afflato emotivo ed emozionato.
Franzoni prende le mosse dalla parabola del Buon Samaritano, così come è riportata in Luca 10, 25-37 (ma anche in Matteo, 22, 34-40 e in Marco 12,28-31).
Nodo centrale del Cristianesimo, il tema dell'amore del prossimo costituisce forse la maggiore originalità del pensiero di Gesù, quanto meno per l'enfasi che Egli vi trasferì. Già il Pentateuco, infatti, vi faceva riferimento: in Levitico, 19,18, si legge "amerai il tuo prossimo come te stesso"; a fronte e a completamento dell'ingiunzione contenuta in Deuteronomio, 6,5: "Tu amerai il Signore Dio tuo con tutto il cuore, con tutta l'anima e con tutte le forze".
Al comandamento assoluto che ne fa Gesù si ispira dunque Franzoni, affinché il richiamo alla solidarietà non resti un vacuo e retorico "flatus voci".
Luigi Turinese
Recensione apparsa nella rubrica "Libri" di "PARAMITA, Quaderni di Buddhismo per la pratica e per il dialogo", Anno XV, n.57, Gennaio-Marzo 1996
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