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giovedì 2 febbraio 2012

Le Recensioni di L.T. - " La vita di Marpa il traduttore", (a cura di) J. Bacot

Jacques Bacot (a cura di ), "La vita di Marpa il traduttore", Adelphi Edizioni, Milano 1994, pp 134

Nato in Tibet intorno all'anno 1000, Marpa è noto soprattutto come protagonista, o meglio deuteratagonista, della Vita di Milarepa, il suo discepolo più famoso.

Con lui è considerato il fondatore della scuola Kagyu, o per lo meno colui che la introdusse in Tibetma la sua importanza storica è da ascrivere soprattutto all'attività di traduzione dal sanscrito di opere del buddhismo indiano. Il suo maestro principale fu l'indiano Naropa appare come il traghettatore della sapienza buddhista coltivata fino all'epoca sua nel nord-est dell'India, particolarmente nell'università di Nalandia.

Marpa ci appare, nell'undicesimo secolo, come un autentico missionario del proprio paese. Si deve smettere di ripetere, fidando nelle storie sacre scritte o commissionate dal Dalai Lama che il Tibet venne convertito al buddhismo nel settimo secolo ... Gli antichi documenti cinesi e tibetani confermano che nel nono secolo il buddhismo era penetrato appena in Tibet, senza diffondersi tra la popolazione" (dall'introduzione di J. Bacot, pag. 20).

Questa Vita di Marpa getta dunque lampi di luce su tutta la storia del buddhismo tibetano.

Vi compaiono personaggi come Atisha, fondatore della scuola Kahdam, Naropa, lo stesso Milarepa. Certo, al confronto la Vita di Milarepa appare come una narrazione molto più affascinante, nella quale lo stesso Marpa si staglia come una figura magari meno simpatica ma più definita, protagonista di collere divenute proverbiali.

La veste editoriale, inutile dirlo, è impeccabile, nella tradizione Adelphi.

Il libro è agile e godibile grazie alla selezione di estratti scelti e curati dal tibetologo Jacques Bacot.

Luigi Turinese

In foto: "Violet velvet"


Recensione apparsa nella rubrica "Libri" di "PARAMITA, Quaderni di Buddhismo per la pratica e per il dialogo", Anno XIV, n.53, Gennaio-Marzo 1995


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