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"La qualità maggiore di un buon medico è un'estrema capacità di attenzione, perché la medicina è sopra ogni altra cosa un'arte dell'osservare" Luigi Turinese in Biotipologia

giovedì 14 ottobre 2010

Biotipologia - Recensione su "Il Giornale"

Biotipologia - L'analisi del tipo nella pratica medica, Tecniche Nuove, Milano 2006

ROMA - Il paziente non va osservato soltanto dal punto di vista della malattia, isolando il morbo dal comportamento umano. Al contrario, i suoi atteggiamenti, ma anche le sue stranezze, le sue bizze, i suoi entusiasmi, i suoi momenti di sconforto forniscono al medico preziose informazioni sullo stato e l'evoluzione della malattia.
Luigi Turinese nel libro Biotipologia. L'analisi del tipo nella pratica medica(Edizioni Tecniche Nuove) sostiene che lo studio della "differenza tipologica" in medicina rappresenta un bagaglio culturale del medico moderno.
A giustificazione di quanto afferma, l'autore (che è medico omeopatico) ripercorre le tappe storiche delle correnti tipologiche: dall'antropometria alla fisiognomica, dalla embriologia alla psicologia e all'arte figurativa. Ed è lo stesso autore che spiega i motivi per includere le biotipologie nella formazione del medico: "Lo studio delle costituzioni e dei tipi umani, pur rientrando tra le pratiche della medicina descrittiva piuttosto che di quella scientifica, è di notevole interesse perché affina la diagnosi e orienta la terapia; purché, ovviamente, si conosca una terapia ad personam qual è la terapia omeopatica"
All'omeopatia e al suo rapporto con la biotipologia l'autore dedica la parte più consistente del suo saggio, sostenendo che la clsassificazione costituzionale omeopatica "fornisce dei ritratti che ci dicono da dove può arrivare: dunque contribuisce ad affinare la diagnosi e la prognosi; secondariamente può orientare la terapia. Dal momento che le maggiori sistematizzazioni tipologiche sottolineano ciascuna un punto di vista, è bene conoscerle tutte, anche quelle non omeopatiche".

Si tratta di un approccio del medico al malato del tutto nuovo, anzi a ben considerare le cose, esso è abbastanza antico e si richiama ai concetti di "sapienza" globale che consideravano l'uomo - sano o malato che fosse - come un insieme armonico, senza isolare da esso la malattia come fa invece la medicina moderna.

Articolo apparso nella rubrica "Lettere e Arti" de "Il Giornale", Sabato 2 Agosto 1997

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