L'uomo come un sistema a livelli in cui ogni parte è inevitabilmente legata all'altra, tra equilibri e squilibri che procedono di pari passo. L'omeopatia come cura che considera l'individuo nella sua totalità ed assicura un omogeneo mantenimento del benessere. A spiegarlo nel suo libro "Modelli psicosomatici" è lo psicologo analista Luigi Turinese, che ieri ha presentato il testo a palazzo Jung.
Un punto d'incontro tra la tradizionale e l'omeopatica
Come nasce il suo libro?
L'idea che ha portato alla scrittura di "Modelli psicosomatici" è quella di dare rilievo alla medicina integrata. Una medicina che sia cioè punto d'incontro tra quella convenzionale e quella complementare come l'omeopatica.
Cosa vuol dire?
Bisogna tornare a considerare l'individuo nella sua totalità, riprendere a vederlo come un modello unitario il cui benessere dipende dal mantenimento dell'equilibrio tra i tre sistemi nervoso, endocrino e immunitario.
Quindi si parla di un approccio unitario al paziente. E' corretto?
Sì. Ad oggi, la medicina convenzionale si focalizza sulle patologie e non permette più lo studio del caso individuale.
L'omeopatia come si inserisce in questo meccanismo?
L'omeopatia è una medicina che nasce in Germania alla fine del Settecento. Sin da subito sperimenta sull'uomo sano le medicine per conoscerne gli effetti e presto si accorge che, in caso di alterazione dell'organismo, il sovvertimento dell'equilibrio è generale.
Da qui l'idea che i tre livelli del nostro organismo funzionano come un network, sono cioè collegati tra loro al punto che l'approccio unitario rappresenta per il paziente la via più vantaggiosa.
(PPI)
Intervista pubbilcata sul Giornale di Sicilia, Cronaca di Palermo, di Domenica 26 Ottobre 2010
Un punto d'incontro tra la tradizionale e l'omeopatica
Come nasce il suo libro?
L'idea che ha portato alla scrittura di "Modelli psicosomatici" è quella di dare rilievo alla medicina integrata. Una medicina che sia cioè punto d'incontro tra quella convenzionale e quella complementare come l'omeopatica.
Cosa vuol dire?
Bisogna tornare a considerare l'individuo nella sua totalità, riprendere a vederlo come un modello unitario il cui benessere dipende dal mantenimento dell'equilibrio tra i tre sistemi nervoso, endocrino e immunitario.
Quindi si parla di un approccio unitario al paziente. E' corretto?
Sì. Ad oggi, la medicina convenzionale si focalizza sulle patologie e non permette più lo studio del caso individuale.
L'omeopatia come si inserisce in questo meccanismo?
L'omeopatia è una medicina che nasce in Germania alla fine del Settecento. Sin da subito sperimenta sull'uomo sano le medicine per conoscerne gli effetti e presto si accorge che, in caso di alterazione dell'organismo, il sovvertimento dell'equilibrio è generale.
Da qui l'idea che i tre livelli del nostro organismo funzionano come un network, sono cioè collegati tra loro al punto che l'approccio unitario rappresenta per il paziente la via più vantaggiosa.
(PPI)
Intervista pubbilcata sul Giornale di Sicilia, Cronaca di Palermo, di Domenica 26 Ottobre 2010
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