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domenica 3 ottobre 2010

Le Recensioni di L.T. - "Gandhi" di E. Balducci

Ernesto Balducci: "Gandhi", Edizioni Cultura della Pace, S. Domenico di Fiesole 1988

In un panorama editoriale ormai ricco di opere su Gandhi - e dopo i fasti cinematografici - una biografia del Mahatma potrebbe rischiare di passare inosservata. Tuttavia il libro di Ernesto Balducci, lungi dal rappresentare un "doppione", si configura come uno dei lavori più notevoli ed originali apparsi sull'argomento.
Ogni intervento di padre Balducci, d'altra parte, dall'intervista radiotelevisiva alla conferenza, dall'articolo aii lavori di più ampio respiro, presenta caratteri di originalità e spunti creativi talora trascinanti e sempre, comunque, connotati da una libertà di spirito francamente rara in un rappresentante religioso confessionale. Ci piace qui ricordare la sua voluminosa "Storia del pensiero umano" che, finalmente, rompe l'usuale prassi eurocentrica della storia e della filosofia intese come storia e filosofia dell'Occidente e dedica ampio spazio al pensiero indiano.

Nel "Gandhi" in effetti ciò che colpisce maggiormente è l'uso di un metodo storico rigoroso e moderno, in grado di integrare in un tutto coerente le interazioni "orizzontali" tra i fatti e di superare perciò la concezione storica evenemenziale, cioè di pura e semplice successione di eventi.
Ne scaturisce un libro eccellente, non celebrativo, che restituisce al Mahatma quello spessore storico e umano che la sua riduzione a "cantino" fatalmente gli sottrae. E' significativa l'assenza di qualsiasi riferimento alla nascita e all'infanzia: per Balducci Gandhi nasce in Sud Africa, quando a venticinque anni, nel 1893, si rende conto della dura concretezza del razzismo e sente come un imperativo etico l'impegno per la verità. Il satyagraha, l'amore per la verità, diventerà sinonimo d lotta non violenta, che richiede coraggio e forza morale illimitati. Proprio la consapevolezza che il suo popolo non è andato oltre la nonviolenza dei deboli - pallida copia del suo assolutismo etico - renderà amari gli ultimi giorni del Mahatma.
Balducci ricorda che uno dei presupposti della nonviolenza, la fiducia illimitata nella ridimibilità dell'uomo, rendeva possibile a Gandhi un'applicazaone del satyagraha anche nei confront del fascismo e del nazismo. Il miracoloso equilibrio tra altissimo tenore etico e pragmatismo politico .- ciò che costituisce il "pragmatismo trascendentale di Gandhi" (Balducci) - non è, d'altra parte, per tutti.
La difficoltà di raggiungere tale equilibrio, che rappresentò lo specifico carisma di Gandhi, fu anche - ed è tuttora - una sorta di limite del gandhismo. Ciò venne colto assai bene da Jaques Maritain, il quale aveva peraltro intuito nel satyagraha il rifiuto del regime politico dello Stato borghese, rifiuto omogeneo alle esigenze politiche della fede cristiana.

Esorbiterebbe dallo spazio destinato a questa recensione rendere conto di tutti gli spunti suggeriti dal libro in questione.
Un'ultima segnalazione merita dtuttavia di essere fatta a proposito di quello che potremmo definire il debito dei movimenti ecologisti nei confronti del pensiero gandhiano. Scrive infatti Balducci: "E' ormai diventata un luogo comune di cui si fan forti i movimenti ecologisti, la tesi che il nesso tra l'attuale sistema industriale e la degradazione dll'ambiente vitale... diventerà mortale per la specie se non arriverà all'autoregolazione dei bisogni e dei consumi, proprio secondo le indicazioni appena ieri tacciate di ascetismo medievale, ostinatamente poposte da Gandhi, con l'insegnamento e con la vita".

Completano il volume un glossario dei termini indiani, una selezione bibliografica di libri scritti da e su Gandhi e, soprattutto, un'antologia di scritti gandhiani puntualmente richiamati nel testo da altrettante note.




Luigi Turinese



In foto: "Urgenza di Vita"


Recensione apparsa su "PARAMITA , Quaderni di Buddhismo", Anno VII, n. 28 , Ottobre-Dicembre 1988

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Luigi Turinese Cantautore

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