L'edizione originale del libro che qui presentiamo ha trent'anni. Di K. von Durkheim ricordiamo "Hara, il centro vitale dell'uomo secondo lo Zen", tradotto alla fine degli anni '60 nientemeno che da Julius Evola, direttore della collana "Orizzonti dello spirito" nella quale appare anche il presente volume.
Libri come questo fanno parte della meritoria opera di divulgazione della prima generazione di pionieri europei avventuratasi alla ricerca delle proposte soteriologiche estremo-orientali.
Quelli, per intenderci, per i quali "Ex Oriente Lux". Le fonti, allora, erano d'altra parte poche e la pratica non era ancora considerata come l'inalienabile via attraverso cui giungere ad una consapevolezza più profonda del fenomeno indagato.
Sulle fonti dell'autore, peraltro, dobbiamo compiere illazioni e deduzioni a partire dalle poche note, dal momento che il volume è sprovvisto non dico di un apparato critico, ma persino della più essenziale bibliografia.
Dalla scarsità di riferimenti ad autori orientali e dalla sua frequente citazione a Meister Eckhart, siamo portati a supporre che l'unica fonte diretta siano stati per Durckheim i lavori di D.T. Suzuki e in particolare "Misticismo cristiano e buddhista", un libro del 1957 (tradotto in italiano dalla casa editrice Ubaldini nel 1971), in cui il buddhismo giapponese viene posto a confronto proprio con il cristianesimo, invero ben poco rappresentativo dell'ortodossia, di Meister Eckhart.
Luigi Turinese
In foto: "Il Cavaliere dalla triste figura"
Recensione apparsa nella rubrica "Libri" di "PARAMITA, Quaderni di Buddhismo", Anno XII, n.45, Gennaio-Marzo 1993
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