Questo libro ci trasporta nell'atmosfera di mezzo secolo fa, quando l'Occidente non era stato invaso da migliaia di scuole di yoga.
Ben poche di queste, lo sappiamo, sono di livello accettabile e, soprattutto, pochi insegnanti possono vantare un'esperienza di prima mano. Il risultato è sotto gli occhi di tutti: all'auspicata diffusione capillare della disciplina fa riscontro un progressivo sdoppiamento della pratica. Intendiamo riferirci da un lato al proliferare di centri dove, in definitiva, si fa ginnastica, e neanche della specie più salutare, mancando spesso ogni elementare competenza fisioterapica; dall'altro alla meno frequente, ma non meno perniciosa tendenza a fare della pratica un pretesto per avventurosi viaggi psichici e spirituali, anche questi guidati (si fa per dire)senza la necessaria competenza.
Theos Bernard imparò lo Yoga all'inizio degli anni '40 in India e in Tibet. E in viaggio verso il Tibet, nel 1947, trovò la morte, coinvolto in disordini scoppiati tra induisti e musulmani. Il sottotitolo del libro, "Resoconto di un'esperienza personale", esprime lo spirito che lo anima.
Oltre trenta fotografie dell'Autore in altrettante posture corredano il testo, diviso in cinque capitoli, dedicati rispettivamente ad asana, tecniche di purificazione, pranayama, mudra, samadhi.
Un documento di grande interesse, tra i pochi resoconti importanti dell'epoca, se è vero che Mircea Eliade, nel suo "Yoga. Immortalità e libertà" (Milano 1973) lo cita diffusamente.
Luigi Turinese
Recensione apparsa nella rubrica "Libri" di "PARAMITA, Quaderni di Buddhismo", Anno XII, n.47, Luglio-Settembre 1993
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