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"La qualità maggiore di un buon medico è un'estrema capacità di attenzione, perché la medicina è sopra ogni altra cosa un'arte dell'osservare" Luigi Turinese in Biotipologia

venerdì 7 ottobre 2011

Una nota a "Tre sogni" - su "La rivista dei Dioscuri"

di Luigi Turinese

Tra le peculiarità del pensiero di Jung, che ne fanno un caposcuola e niente affatto un allievo di Freud, c'è il suo approccio al sogno. Contrariamente al Maestro viennese, Jung non suggerisce di "smontare" il sogno per interpretarlo traducendolo nel linguaggio "diurno", bensì di aderire all'immagine così come essa si presenta: operazione possibile soltanto se ci rendiamo noi stessi simili al sogno e al suo linguaggio.

Inoltre, fedele alla sua distinzione tra inconscio personale e inconscio collettivo, "serbatoio" degli archetipi, egli pone una netta distinzione tra sogni legati alla biografia del paziente e sogni appunto archetipici che rivelano il fondo comune dell'umanità.

Lasciamolo parlare:

"Non tutti i sogni hanno la stessa importanza. Già i primitivi distinguono tra piccoli e grandi sogni. Noi diremmo piuttosto sogni "insignificanti" e sogni "significanti" [..] Ho analizzato molti sogni di questo tipo e vi ho rintracciato spesso una particolarità che li distingue da altri sogni. Infatti in questi sogni affiorano immagini simboliche che incontriamo anche nella storia dello spirito umano. E' degno di nota il fatto che colui che sogna può perfettamente ignorare l'esistenza di simili paralleli.
Essi contengono cosiddetti "motivi mitologici" o "mitologemi", che io ho definito col termine di "archetipi".
Si intendono con tale termine forme specifiche e nessi figurativi rintracciabili non soltanto in tutti i tempi e in tutti i paesi, ma anche nelle fantasie, nelle visioni nelle idee illusorie e nei sogni individuali.
La loro frequente presenza in casi individuali, come la loro ubiquità etnica, dimostra che la psiche unama è soltanto in parte unica e soggettiva o personale, per l'altra parte invece è "collettiva" e "oggettiva". Noi parliamo quindi da un lato di inconscio personale e dall'altro di un inconscio "collettivo", il quale rappresenta in un certo modo uno strato più profondo rispetto all'inconscio personale, più prossimo alla coscienza [...]
Tali sogni si presentano perlopiù in periodi decisivi della vita, vale a dire nella propria giovinezza , durante la pubertà, al mezzo del cammino fra i trentasei e i quarant'anni e in cospectu mortis
"
(C.G.Jung, "L'essenza dei sogni" in Opere vol. 8, Bollati Boringhieri, Torino 1976, pp.312-313)


Luigi Turinese

In foto: "Caleidoscopio"

Nota pubblicata su "La Rivisata dei Dioscuri - Trimestrale policulturale e politeista", n.2 Aprile-Giugno 2011, pag. 25 a corredo dell'articolo "Tre sogni" di Luciano Pirrotta

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