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"La qualità maggiore di un buon medico è un'estrema capacità di attenzione, perché la medicina è sopra ogni altra cosa un'arte dell'osservare" Luigi Turinese in Biotipologia

giovedì 30 dicembre 2010

Affezioni reumatiche croniche

Di fronte alle malattie reumatiche, la strategia terapeutica deve essere improntata a un certo eclettismo. Assai di frequente il sintomo dominante è il dolore, tanto meno sopportabile in quanto il più delle volte presenta una spiccata cronicità. L'uso intelligente, in chiave sintomatica, dei FANS (antiflogistici non steroidei) non dovrà essere bandito in nome di una terapia alternativa sorda alle sofferenze del paziente, rimanendo beninteso la dissuefazione da ogni dipendenza chimica uno degli obiettivi del nostro intervento.

Quando sono coinvolti fattori di tipo biomeccanico, siamo di fronte a un'indicazione elettiva per l'osteopatia, che con tecniche manipolative restituisce rapidamente mobilità all'articolaziione colpita, liberandola dal dolore e mettendo il paziente nelle condizioni ideali per intraprendere un trattamento di fondo con terapie naturali. Nel caso poi di cronici difetti posturali, la fisoterapia secondo il metodo Mézèries è in grado di agire in profondiotà sul terreno del paziente, correggendone lo schema corporeo e permettendogli un uso economico della propria architettura strutturale.
Infine si può ricordare l'azione miorilassante del massaggio Shiatsu e il benefico effetto di ogni forma intelligente di ginnastica e di movimento. nonché l'utilità di un regime alimentare disintossicante e, ove sia necessario, dimagrante.
Premesso ciò, esaminiamo le possibilità di intervento fitogemmoterapico.

Osteoartrosi
Si tratta della forma più comune di artropatia cronica. Considerata fino ai tempi recenti una malattia esclusivamente degenerativa, l'osteoartrosi conosce invece una patogenesi di una certa complessità. Oltre alla degenerazione della cartilagine articolare, troviamo fenomeni di neoapposizione ossea (formazione di osteofiti), proliferazione di tessuti molli nelle articolazioni e fenomeni infiammatori, talché risulta ormai superata la tradizionale distinzione tra reumatismi esclusivamente degenerativi (artrosi) e reumatismi esclusivamente infiammatori (artriti).
Il quadro clinico è dominato da tre elementi variamente combinati: rigidità, dolore, impotenza funzionale. La diagnosi è clinica e radiologica. La radiografia dell'articolazione colpita mostra una riduzione dell'interlinea articolare (segno di degenerazione cartilaginea) e, talora, la presenza di blocchi ossei (segno di neoapposizione ossea).
La terapia sintomatica dell'osteoartrosi si avvale di due T.M.: quella di Harpagophytum procumbens (artiglio del diavolo) e quella di Spirea ulmaria (regina dei prati). La prima è dotata di un'azione antiflogistica paragonata da alcuni autori a quella del fenilbutazone; per quanto riguarda la seconda, osserviamo che il nome aspirina attribuito all'acido acetilsalicilico deriva da essa , ed è quanto basta.
La coppia costituita dai M.G. di gemme di Pinus montana (pino mugo) e Vitis vinifera (vite) si oppone ai due momenti fondamentali della patogenesi dell'osteoartrosi: la degenerazione della cartilagine articolare e l'infiammazione. Il M.G. di gemme di Ribes nigrum (Ribes nero) si prende cura della componente infiammatoria della malattia. Come di regola, la posologia dei M.G. è di 50 gocce due-tre volte al dì, mentre quella delle T.M. è della metà (Harpagophytum tuttavia, mostra una maggiore efficacia al dosaggio di 50 gocce due volte al dì).

Osteoartriti
Le osteoartriti reumatiche a prevalente componente infiammatoria (osteoartriti) sono di solito più impegnative, e in questi casi la fitogemmoterapia potrà svolgere al più un ruolo di complemento, prezioso tuttavia nel ridurre il dosaggio dei FANS e dunque i loro effetti collaterali. Rappresentativa delle osteoartriti è l'artrite reumatoide, il cui quadro clinico è costituito da rigidità mattutina di lunga durata (oltre i venti minuti), dolore o dolorabilità dell'articolazione colpita, tumefazione articolare, noduli sottocutanei, alterazioni radiologiche (decalcificazione ossea, anchilosi), alterazioni ematochimiche (riscontro del fattore reumatoide, positività della reazione di Waaler-Rose, movimento degli indici aspecifici dell'infiammazione).
La T.M. più adoperata è ancora una volta quella di Haropagophytum, mentre tra i M.G. la scelta cade sull'immancabile Ribes nigrum e su Ampelopsis weitchii (vite canadese).
Va da sé che questo protocollo terapeutico è valido anche nelle altre forme di osteoartrite come la spondilite anchilopoietica, che condivide con l'artrite reumatoide un importante interessamento del sistema immunitario; si può osservare per inciso che tale interessamento indica una volta di più Ribes nigrum, che come è noto svolge un'azione similcortisonica mediata dalla corteccia surrenale.

Osteoporosi
L'osteoporosi è una malattia metabolica dell'osso ad eziologia multifattoriale, che si sostanzia in un aumento del riassorbimento osseo con conseguente diminuzione della massa e della densità dell'osso. La diagnosi poggia su elementi radiologici tradizionali cui si è recentemente affiancata la Mineralometria Ossea Computerizzata, raffinata metodica in grado di rivelare il coefficiente di mineralizzazione ossea. La prevenzione è nel caso dell'osteoporosi la miglior cura, oltre a un congruo apporto di calcio tramite la dieta, il movimento e l'uso di riminerallizanti naturali prima che la malattia sia giunta in fase conclamata (nelle donne non attendere la menopausa) possono ritardarne l'insorgenza e mitigarne l'intensità.
La T.M. di coda cavallina (Equisetum arvense), ricca di silicio, ha un'azione rimineralizzante generale. Alla posologia di 25 gocce tre volte al dì si dimostra utile anche nel favorire il consolidamento delle fratture. Il M.G. di gemme di abete bianco (Abies pectinata) favorisce la fissazione del calcio (effetto paragonabile a quello della calcitonina): 30 gocce tre volte al dì. Il rovo (Rubus fructicosus M.G. dai giovani getti) è indicato, insieme a Sequoia gigantea nell'osteoporosi dolorosa: 30 gocce tre volte al dì.
La sequoia ha un'azione brillante in geriatria, anche nell'osteoporosi: 50 gocce del M.G. da giovani getti in associazione con Rubus fructicosus.

Luigi Turinese


In foto: "Piani inclinati"

Articolo apparso su "NATOM - Mensile di medicina naturale", n.64, Dicembre 1989, pagg.20-21

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