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"La qualità maggiore di un buon medico è un'estrema capacità di attenzione, perché la medicina è sopra ogni altra cosa un'arte dell'osservare" Luigi Turinese in Biotipologia

giovedì 30 dicembre 2010

Fitogemmoterapici per le patologie gastroenteriche

Le Tinture Madri e i Macerati Glicerici indicati nella cura dei disturbi gastrici e intestinali

La medicina "dolce" si rivela particolarmente efficace nelle disfunzioni dell'apparato digerente e intestinale, patologie tra le più diffuse e oggetto di frequente ricorso al medico, grazie all'ampia gamma di piante ricche di principi eupeptici, antispastici, sedativi.


Le malattie dell'apparato gastroenterico rientrano fra i più frequenti motivi di consultazione e costiituiscono un buon campo d'azione per il trattamento fitogemmoterapico. Tra le patologie gastroenteriche ho scelto di prendere in esame come rappresentative: la dispepsia, la sindrome del colon irritabile e la stipsi cronica.

Dispepsia
Con questo termine generico si vuole designare qualsiasi digestione che non procede naturalmente. Prima di intraprendere un qualsivoglia trattamento "dolce", sarà bene assicurasi della natura funzionale dei disturbi. In presenza di un quadro lesionale, per esempio un'ulcera peptica, la fitogemmoterapia è di valido aiuto, ma complementare al trattamento classico. La diagnosi differenziale, oltre che con l'ulcera peptiica, dovrà porsi anche con l'ischemia cardiaca, col reflusso gastroesofageo (causato prevalentemente da ernia iatale) e con la colecistite.
Le due principali forme cliniche della dispepsia, all'interno delle quali si situano numerosi quadri intermedi, sono la forma ipostenica, caratterizzata da una scarsa secrezione acida, e la forma iperstenica nella quale si verifica un'ipersecrezione acida. Digestione lenta, gonfiore addominale, senso di pienezza, disappetenza e nausea costituiscono i sintomi della dispepsia ipostenica. La forma iperstenica, solitamente più severa, comprende dolore epigastrico o retrosternale, spesso di tipo urente, disfagia e talora vomito.
In tutti i casi di dispepsia si impongono adeguate correzioni dietetiche, che non si devono identificare con restrizioni punitive o con un non meglio precisato invito a mangiare "in bianco", ma vanno nella direzione di una vera e propria educazione al mangiar sano: dunque scelta di alimenti di buona qualità, possibilmente integrali e biologici, correttamente combinati tra loro.
Per quanto riguarda le T.M. suggerisco di entrare in familiarità con una rosa ristretta di rimedi di cui si abbia sicura esperienza. Nella forma ipostenica ritengo utile la triade costuituita da Gentiana lutea, Citrus aurantium e Acorus calamus; la psoologia di queste T.M. è di 20-25 gtt prima dei pasti, in poca acqua. La genziana maggiore è una pianta erbacea perenne di cui si utilizza la radice; la sua azione eupeptica e stimolante dell'appetito si deve ai principi amari in essa contenuti, la cui composizione si avvicina a quella del tannino; si tratta di un gruppo di eterosidi (genziopicrina, genziina, genziacaulina, genziamarina) compresi da tempo in farmacopea.
La scorza di arancio amaro, o melangolo, svolge una preziosa azione eupeptica, soprattutto nei casi in cui sia presente cefalea posprandiale, grazie al suo contenuto di d-limonene, esperedina e pectina.
Dalla radice di calamo aromatico si ricava un rimedio eupeptico e stimolante dell'appetito.

Per quanto riguarda la forma iperstenica, identificabile con la cosiddetta gastroduodenite, si può pensare a due T.M.: Marsdenia condurango e Glycyrrhiza glabra, la liquirizia. La corteccia di condurango viene adoperata nelle affezioni gastriche dolorose, in ragione di 15 gtt due-tre volte al dì. La radice di liquirizia contiene una notevole percentuale (da 6 a 14%) di glicirrizina, o acido glicirrizico, saponoside triterpenico che sembra il principale responsabile delle preziose e molteplici attività terapeutiche delle pianta: azione antispastica, antistaminica, antiacetilcolinica, cicatrizzante, di tampone gastrico.
Tali proprietà ne fanno il rimedio di prima scelta nelle gastroduedeniti e un buon coadiuvante nella terapia dell'ulcera peptica.
Bisogna tuttavia guardarsi dai possibili effetti collaterlai che, quantunque reversibili, impongono un uso limitato nel tempo e un controllo medico costante; si possoono avere infatti ipertensione arteriosa, amenorrea e perdita della libido. Dunque Glycyrrhiza glabra T.M. 25 gtt due tre volte al dì per periodi non superiori alle quattro settimane consecutive.
Il M.G. ricavato dalle gemme fresche di fico possiede un tropismo elettivo per stomaco e duodeno, di cui regolarizza la motilità e la secrezione: Ficus carica M.G. 1 DH, 50 gtt al bisogno oppure due volte aldì per un periodo di alcune settimane, in tutte le forme di dispepsia.



Sindrome del colon irritabile
E' la più frequente malattia dell'apparato gastroenterico. Prevalente nel sesso femminile, consiste in una alterazione della motilità intestinale che interessa il tenue e il grosso intestino; una componente psicogena è molto frequente. Si distinguono i tipi clinici:
1) colon spastico, in cui dolore cronico e stipsi sono affiancati da sintomi generali (cefalea, nausea, meterorismo, palpitazioni astenia psicofisica);
2) diarrea senza dolore, caratterizzata da evacuazioni posprandiali precoci;
3) comnbinazione tra i due tipi clinici precedentemente descritti: alternanza tra stipsi e diarrea.
Alle indispensabili correzioni dietetiche pèuò essere utilmente associato qualche fitogemmoterapico. La pianta intera fiorita di Matricaria chamomilla è dotata di proprietà antispastiche e sedative oltre che eupeptiche; la ricchezza in camazulene dell'olio essenziale spiega l'azione antispastica della pianta: Chamomilla vulgaris T.M. 20 gtt due-tre volte al dì.
I semi di finocchio stimolano le funzioni digestive e hanno spiccata azione carminativa: Foeniculum vulgare T.M. 20 gtt due-tre volte al dì. Questa proprietà è condivisa da tutte le Ombrellifere: i semi di aneto sono usati per calmare i dolori gastrici, le coliche il meteorismo intestinale, l'anice per calmare gli spasmi e i crampi allo stomaco; il cumino contro i dolori dell'ulcera gastrica e per facilitare la digestione.
Anche i giovani getti di mirtillo rosso danno un M.G. regolatore della funzionalità e della motilità intestinale, in grado di dinìminuire il meteorismo e di normalizzare le alterazioni dell'alvo sia in senso stitico che in senso diarroico. Vaccinium vitis idaea M.G. 1DH 50 gtt al dì.

Stipsi cronica
Consiste in un passaggio difficile o infrequente delle feci, considerando che la frequenza normale della defecazione varia da una volta ogni tre giorni a tre volte al dì.
Malattia della civiltà per eccellenza, la stipsi può instaurarsi a seguito di numerose cause, che rivestono il significato di fattori predisponenti: fattori dietetici, sedentarietà, patologie rettali, cause psichiche, cause iatrogene. La fitogemmoterapia, naturlamente, ha un ruolo importante ma non sostitutivo della correzione dei suddetti fattori. Le droghe antrachinoniche hanno un'azione potente e fedele, rappresentando un ottimo esempio di superiorità della pianta intera rispetto ai principi attivi isolati: questi ultimi, infatti, uniscono all'effetto terapeutico possibili fenomeni di assuefazione o di intossicazione. Le piante in questione, tuttavia, provocano un'iperemia pelvica, per cui sono controindicate: durante la gravidanza e le mestruazioni, in presenza di emorroidi, nei casi di enterocolite e di appendicite, negli stati infiammatori dell'utero e della vescica.
Le droghe antrachinoniche sono le seguenti: aloe (Aloe ferox), senna (Cassia angustifolia), frangola (Rhamnus frangula), cascara sagrada (Rhamnus purshiana), rabarbaro cinese (Rheum officinale). Le T.M. da esse ricavate si somministrano in ragione di 15 gtt tre volte al dì.
Tra i gemmoderivati, sono particolarmente utili le preparazioni ricavate dalle gemme di betulla, dalle gemme di quercia e dai giovani getti di mirtillo rosso. Betula pubescens, Quercus pedunculata,m Vaccinium vitis idaea M.G. 1DH 50 gtt al dì di ciascuno, preferibilmente associati nell'arco della medesima giornata.

Luigi Turinese


In foto: "Winter roofs"

Articolo apparso su "NATOM - Mensile di medicina naturale", n.60, Luglio/Agosto 1989, pagg.22-23

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