Che cosa è, come è sorta, come si sta evolvendo la gemmoterapia, la branca della fitoterapia che utilizza le parti appena nate delle piante
Auxine, giberelline, enzimi, proteine, acidi nucleici, fattori di crescita, questi principali componenti attivi delle gemme, dei giovani getti, giovani radici, scorza di radici, scorza dei giovani fusti, semi: vale a dire di tutte quelle parti vegetali allo stato embrionale che vengono utilizzate per ottenere i macerati glicerici, e che spesso non si ritrovano che in traccia nella panta adulta
Proviamo sempre molto stupore, e anche commossa ammirazione, andando con la mente agli sforzi compiuti dall'umanità per affrontare la malattia e il dolore, e alle corrispondenti intuizioni di cui l'uomo è stato capace. Quale scintilla illuminò la mente degli antichi abitanti del pianeta quando pensarono di rivolgersi al mondo vegetale per cercarvi rimedio alle sofferenze dl corpo (e dell'anima)?
Forse le malattie sono inviate da dei invidiosi o semplicemente maldestri. Certo un dio, Indra, è indicato dalla mitologia induista come il rivelatore agli uomini del segreto che soltanto gli esseri soprannaturali conoscevano, e cioè che le piante potevano curare tutte le malattie.
E' questa la radice mitica dell'Ayurveda ("scienza della vita"), il sistema medico tradizionale dell'India, ancor oggi largamente diffuso, che fa delle piante medicinali il principale presidio terapeutico. L'Ayurveda indica con minuzia le parti delle piante medicinali impiegate in terapia: radice, tronco, rami, steli, foglie, gemme, fiori, frutti, scorza, resina. Una raffinatezza come vedremo, degna della moderna fitoterapia.
Una nuova forma galenica
La fitoterapia, come è noto, è quel settore della farmacologia che studia le droghe di origine vegetale. Il termine droga indica quella parte della pianta medicinale cui si attribuisce azione farmacologica. Il processo di trasformazione della droga in un preparato adatto all'uso farmaceutico conduce al cosiddetto prodotto galenico. I prodotti galenici si possono ottenere facendo agire un opportuno solvente sulla droga secca o sula droga fresca, oltre che per distillazione (è il caso, ad esempio, degli oli essenziali).
Per rimanere nei limiti di questo articolo, tralasciamo le operazioni sulla droga secca.
Dalla droga fresca, escludendo i succhi, ottenuti per spremitura, si ricavano essenzialmente le tinture madri (T.M.) e i macerati glicerici (M.G.).
La T.M. si ottiene per macerazione alcolica della pianta intera o di sue parti.
Il M.G. è prodotto dalla macerazione in alcol e glicerina di parti vegetali allo stato embrionale: gemme, giovani getti, giovani radici, scorza delle radici, scorza dei giovani frutti, semi. Poiché le parti embrionali più usate sono le gemme, si parla, a rigore impropriamente, di gemmoterapici e, per indicare il metodo terapeutico basato sul loro uso, di gemmoterapia.
La gemmoterapia è la branca più giovane della fitoterapia, contando circa quarant'anni di vita. Gli inizi si devono al medico belga Pol Henry, mentre un gruppo di studiosi francesi (Martin, Paqualet, Bergeret, Netien) si è dedicato soprattutto agli esperimenti di laboratorio, nel corso dei quali è emersa la composizione assai interessante dei tessuti embrionali vegetali, che spesso non si ritrova che in traccia nella pianta adulta.
Insomma, sulla scia di Freud l'esplorazione dell'infanzia riserva sempre sorprese!
Auxine, giberelline, enzimi, proteine, acidi nucleici, fattori di crescita: questi i principali segreti delle "piante bambine".
La parentela con l'omeopatia
Immediatamente popolare negli ambienti omeopatici. la gemmoterapia presenta in effetti qualche parentela con l'omeopatia, configurandosi come una terza via a cavallo tra la fitoterapia classica e la medicina omeopatica, benché di certo più vicina alla fitoterapia.
Di ispirazione omeopatica è ad esempio la diluizione dinamizzata dei gemmoderivati. Il materiale vegetale embrionale viene posto a macerare in una miscela glicero-alcolica per tre settimane. Dopo filtrazione, si ottiene il M.G. di base, che viene quindi sottoposto a una diluizione decimale hahnemanniana: una parte del preparato di base viene diluito con nove parti di un solvente costituito al 50% da glicerina, al 30% di alcol e al 20% di acqua.
Il processo di diluizione, come nelle preparazioni omeopatiche, si accompagna a una dinamizzazione, cioè a una serie di succussioni effettuate allo scopo di "energizzare" la soluzione. Il gemmoderivato, ormai pronto per la commercializzazione e l'uso, si indica invariabilmente con il nome latino seguito con la sigla M.G. IDH (prima decimale hahnemanniana): ad esenppio, Ribes nigrum M.G. IDH.
Per il medico è importante compilare la ricetta correttamente e per esteso, così come per il farmacista leggerla con precisione. Difatti, per rimanere nell'esempio ora citato, la richiesta di Ribes nigrum IDH (senza la sigla M.G.) potrebbe ingenerare nel farmacista il legittimo dubbio di dovere licenziare una prima decimale hahnemanniana preparate a partire dalla T.M., macerazione in alcol di foglie fresche di ribes nero, e non dal M.G. di gemme fresche.
Differenza di non poco conto, se si ricorda che, ad esempio in questo caso, la T.M. ha un'azione diuretica e uricosurica, mentre il M.G. presenta proprietà antiallergiche e antiflogistiche.
Prescrizione di tipo clinico
I gemmoderivati studiati e commercializzati, poco più di una cinquantina, rappresentano di fatto un apliamennto del ventaglio di posssibilità offerto dalla fitoterapia tradizionale.
Ogni gemmoderivato ha le sue indicazioni, ricavate dalle possibilità terapeutiche del suo fitocomplesso e viene prescritto dunque secondo un criterio clinico: il medico, in altri termini, pone la diagnosi di malattia e, se vi è l'indicazione, prescrive il gemmoterapico atto a combatterla: un metodo, come si vede, squisitamente allopatico.
I sostenitori della terapia del "drenaggio", numerosi all'interno del mondo omeopatico, ancorché "arcaici" dal punto di vista della scienza medica moderna, conferiscono invece ai macerati glicerici la capacità di attivare gli emuntori, cioè gli organi deputati all'espulsione delle "tossine" dell'organismo. La disintossicazione che ne seguirebbe darebbe maggiore "spazio di manovra" ed efficacia al rimedio omeopatico scelto.
Non c'è alcun dubbio sull'efficacia empirica di entrambi gli approcci, sebbene vada riconosciuta una certa debolezza alla teoria del drenaggio. Difatti l'esistenza di tossine da veicolare fuori dall'organismo è assiomatica, non dimostrata, e appare piuttosto come la "letteralizzazione" di una metafora sotto la quale si cela quella disarmonia tra i sistemi regolatori dell'organismo (nervoso, endocrino, immunitario) che sta all'origine di gran parte delle malattie funzionali.
La ricerca scientifica
Risponde a criteri più oggettivi la ricerca, suddivisa nei suoi due filoni tradizionali, ricerca di base e sperimentazione clinica.
Il test di Halpern consiste nel misurare la velocità di riassorbimento delle micelle di carbone colloidale fissate dalle cellule reticolo-endoteliali del ratto. Ad esempio Betulla pubescens M.G. IDH incrementa del 37% la cinetica di eliminazione di tali micelle: pertanto si può affermare che l'azione terapeutica delle gemme di betulla è mediata dal sistema reticolo-endoteliale.
L'aumento della resistenza al freddo nei ratti trattati con gemme di ribes nero, nonché la più rapida ruisoluzione dell'edema, sperimentalmente indotto dal formolo, dopo somministrazione dello stesso gemmoderivato, portano a concludere che l'efficacia terapeutica di Ribes nigrum M.G. IDH è dovuta a un'azione similcortisonica mediata dalla corteccia surrenale.
Nella pratica clinica assume importanza lo studio dell'elettroforesi proteica. Nelle infiammazioni acute, ad esempio, si verifica un incremento delle alfa-globuline, mentre in corso di patologia cronica si assiste a un picco delle gamma-globuline. Nel primo caso si rivelano utili i macerati glcerici di gemme fresche di ontano nero (Alnus glutinosa M.G. IDH), di betulla (Betula pubescens M.G. IDH) e di ribes nero (Ribes nigrum M.G. IDH), nel caso di ipergammaglobulinemia, invece, si ottengono buoni risultati somministrando i macerati glicerici di gemme di sanguinello (Cornus sanguinea M.G. IDH) e di noce (Juglans regia M.G. IDH), oltre che di giovani getti di ginepro (Juniperus communis M.G. IDH).
Luigi Turinese
In foto: "Temenos"
Bibliografia essenziale:
BRIGO BRUNO, Fitoterapia e Gemmoterapia nella pratica clinica, Laboratoires Boiron Italia, Pioltello (MI), 1986
HENRY POL, Basis Biologiques de la Gemmothérapie, Ed. Saint-Norbert, Tongerlo (Belgio), 1959
PENSO GIUSEPPE, Le piante medicinali nell'Arte e nella Storia, Ciba-Geigy edizioni, 1986
SWENSON TORE, Gemmoterapia, Ed. Mediterranee, Roma, 1981
Articolo apparso su "L'Erborista", Anno I, n.3, Settembre 1992, pagg. 22-23, Edizioni Tecniche Nuove
Medico, Esperto in Omeopatia, Psicologo Analista, Cantautore dottluigiturinese@gmail.com - facebook.com/luigi.turinese
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Libri di Luigi Turinese
- Caro Hillman... Venticinque scambi epistolari con James Hillman (con Riccardo Mondo, Nuova edizione 2021, Edizioni LSWR , Milano)
- Epifanie archetipiche (con Gianna Tarantino, Edizioni Efesto, Roma, 2021)
- Walking on the wild side. Trame di Dioniso (Magi Edizioni, Roma, 2020)
- Hahnemann. Vita del padre dell'omeopatia. Sonata in cinque movimenti (con Riccardo de Torrebruna, Riedizione 2020, Edizioni Efesto, Roma)
- L'omeopatia nelle malattie acute (Edizioni Edra, Milano, 2015)
- L'anima errante. Variazioni su Narciso (e-book + libro, Ed. flower-ed, 2013)
- Modelli psicosomatici. Un approccio categoriale alla clinica (Elsevier-Masson, Milano, 2009)
- Hahnemann, Vita del padre dell'omeopatia. Sonata in cinque movimenti (con Riccardo de Torrebruna, E/O, Roma, 2007)
- Caro Hillman...Venticinque scambi epistolari con James Hillman (con Riccardo Mondo, Bollati Boringhieri, Torino, 2004)
- Il farmacista omeopata (Tecniche Nuove, Milano, 2002)
- Biotipologia. L'analisi del tipo nella pratica medica (Tecniche Nuove, Milano, 1997/2006)
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