Sicuramente il più importante precursore della divulgazione del buddhismo Zen in Occidente, D.T.Suzuki (1870 -1966)è noto soprattutto per i tre volumi di "Saggi sul buddhismo zen" (Mediterranee, 1975-1978), scritti in inglese tra il 1937 e il 1934.
Autore di numerosissime opere in inglese e in giapponese, fondatore della rivista "The Eastern Buddhism", Suzuki scrisse "Vivere Zen" nel 1950, a ottanta anni, coltivando l'ottimistico progetto di revisionarlo, operazione che rimandò continuamente fino a che lo colse la morte.
Si tratta pertanto di un lavoro per certi versi incompiuto, o di cui per lo meno l'autore non fu mai completamente soddisfatto. Ciononostante vi si trovano dei passaggi molto interessanti, come nel bel capitolo 3, dedicato al satori, descritto come un vero e proprio lampo nell'inconscio; in questa ottica, si spiegano gli elementi non lineari che accompagnano il satori o vengono impiegati per evocarlo, come il koan, "indovinello" non lineare che anima la struttura alogica dell'inconscio e perciò si configura in qualche modo come omeopatico a questo.
Nel volume si segnalano inoltre l'appendice al capitolo 2, in cui sono riportati alcuni mondo (dialoghi) tratti dalla "Trasmissione della Lampada", sorta di 'sussidiario' per studenti Zen elaborato intorno all' anno Mille; e la prefazione affettuosa di Christmas Humphreys, fondatore della Buddhist Society di Londra.
Luigi Turinese
In foto: "Ussari"
Recensione apparsa nella rubrica "Libri" di "PARAMITA , Quaderni di Buddhismo per la pratica e per il dialogo", Anno XVI, n. 61, Gennaio-Marzo 1997
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