Il cosiddetto guru yoga è una pratica della scuola Ghelupa che combina la meditazione su tre divinità: Guhyasamaja Akshobya (uno dei dhyani-Buddha, l'Imperturbabile); Yamantaka, ovverosia l'aspetto irato di Manjushri (uno dei dhyani Bodhisattva, la Saggezza del Buddha); Heruka, manifestazione "feroce" della natura del Buddha.
Il testo fondamentale che ne tratta è il Guru Puja, in tibetano Lama Chöpa. L'autore, il primo Panchen Lama, vissuto a cavallo tra il XVI e il XVII secolo, appartiene allo stesso lignaggio spirituale di Lama Tzong Khapa.
Il testo consiste di 117 brevi paragrafi. Il commento che viene qui presentato è di grande interesse: si tratta infatti della trascrizione di un commentario orale che il Dalai Lama espose nel 1986 nell'ambito della Seconda Celebrazione dell'Illuminazione, organizzata a Dharamasala della Fondazione per la Preservazione della Tradizione Mahayana.
Come è nel suo stile, Tenzin Ghiatso risolve la complessità del testo nella massima semplicità possibile, mantenendo costantemente le caratteristiche di un insegnamento pratico.
Luigi Turinese
In foto: "Tenere spade"
Recensione apparsa nella rubrica "Libri" di "PARAMITA , Quaderni di Buddhismo per la pratica e per il dialogo", Anno XVI, n. 63, Luglio-Settembre 1997
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