Piero Verni, Vicky Sevegnani, "Tibet. Le danze rituali dei Lama", Nardii Press, Firenze 1990
In qualche modo "garantita" da una presentazione del Dalai Lama, questa elegante pubblicazione raccoglie l'ennesimo, prezioso reportage di Piero Verni dal Paese delle nevi.
Questa volta, anche a causa del soggetto in un certo senso spettacolare che viene trattato, il lavoro di scrittura è molto opportunamente corredato da splendide immagini fotografiche a cura di Vicky Sevegnani. Dopo un'introduzione sulla cultura e la religione tibetane, interrelate a tal segno da potersi chiedere se tale distinzione sia legittima, si passa all'argomento specifico del libro, la danza sacra o cham.
La descrizione di costumi, maschere, strumenti musicali e "di scena" è resa ancor più affascinante dalla policromia delle immagini. Il cham si svolge abitualmente nei cortili del gompa, al cospetto della popolazione e dunque come cerimonia pubblica. L'approfondito livello simbolico, poi, sebbene di difficile decodificazione letterale, sostiene tale processo, poiché allude ad esperienze archetipiche che possiedono un valore in un certo senso metaculturale.
Siamo di fronte, in definitiva, ad un testo che avvicina al Tibet e che, per usare le parole dello stesso Dalai Lama, "... consetirà di apprezzare maggiormente un aspetto entusiasmante della splendida, ma purtroppo gravemente minacciata, cultura tibetana".
In qualche modo "garantita" da una presentazione del Dalai Lama, questa elegante pubblicazione raccoglie l'ennesimo, prezioso reportage di Piero Verni dal Paese delle nevi.
Questa volta, anche a causa del soggetto in un certo senso spettacolare che viene trattato, il lavoro di scrittura è molto opportunamente corredato da splendide immagini fotografiche a cura di Vicky Sevegnani. Dopo un'introduzione sulla cultura e la religione tibetane, interrelate a tal segno da potersi chiedere se tale distinzione sia legittima, si passa all'argomento specifico del libro, la danza sacra o cham.
La descrizione di costumi, maschere, strumenti musicali e "di scena" è resa ancor più affascinante dalla policromia delle immagini. Il cham si svolge abitualmente nei cortili del gompa, al cospetto della popolazione e dunque come cerimonia pubblica. L'approfondito livello simbolico, poi, sebbene di difficile decodificazione letterale, sostiene tale processo, poiché allude ad esperienze archetipiche che possiedono un valore in un certo senso metaculturale.
Siamo di fronte, in definitiva, ad un testo che avvicina al Tibet e che, per usare le parole dello stesso Dalai Lama, "... consetirà di apprezzare maggiormente un aspetto entusiasmante della splendida, ma purtroppo gravemente minacciata, cultura tibetana".
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