di Luigi Turinese
L’ansia è definibile come un penoso sentimento di minaccia imminente, che deriva dall’attesa di un pericolo di cui non si conoscono natura e provenienza. Ne consegue una momentanea disorganizzazione del comportamento e delle funzioni cognitivo-volitive. Si tratta del disturbo psichiatrico più comune: colpisce infatti il 20% della popolazione. Raramente si presenta come un disturbo “puro”: la depressione, ad esempio, comprende sempre elementi di ansia.
Dal punto di vita fisiopatologico, l’ansia si presenta sotto la forma di sindromi funzionali diverse legate a disordini autonomici, il cui correlato psicopatologico è uno stato permanente di allarme e di paura. L’ansia è uno stato affettivo puro; quando vi si accompagnano sintomi somatici, si parla propriamente di angoscia.
Sotto il profilo clinico, la sintomatologia ansiosa si sostanzia in tre elementi: immagine peggiorativa dell’esistenza; attesa di un pericolo; disperazione. Il quadro clinico dell’angoscia è più variegato. Esso può comprendere sintomi respiratori (dispnea), sintomi cardiovascolari (tachicardia, extrasistolia), sintomi digestivi (dalla pirosi ai dolori crampiformi), sintomi urinari (disuria, “false cistiti”), sintomi neuromuscolari (contratture dolorose, fino alla fibromialgia), sintomi cutanei (non dimentichiamo che la comune origine embriologica di cute e sistema nervoso rende conto di numerose somatizzazioni cutanee).
La nevrosi d’ansia è un quadro psicopatologico di base che può evolvere verso quadri particolari come la nevrosi fobica, l’ipocondria, la depressione o le psicosomatosi.
La nevrosi fobica si distingue dalla paura perché non scompare di fronte all’esame di realtà e si distingue dal delirio perché il fobico è consapevole dell’irrazionalità dei suoi timori. Le fobie si associano spesso alle ossessioni dando luogo a un quadro di nevrosi ossessivo-fobica. La nevrosi ossessiva riguarda la condizione di un paziente spinto incoercibilmente a compiere atti o ad astenersene; a formulare pensieri coatti, estranei e invasivi. La reiterazione delle ossessioni conduce all’attuazione di rituali ripetitivi. Si distinguono quattro tipologie di ossessioni: semplici, interrogative, inibitrici, impulsive.
Si distinguono cinque forme cliniche dell’ansia: il disturbo da attacco di panico (DAP), gli stati di stress posttraumatico (PTDS), gli stati ansiosi generalizzati, le fobie sociali, gli stati ossessivo-compulsivi (OCD).
Il DAP consiste in attacchi di panico ricorrenti e imprevedibili, seguiti da almeno un mese dal persistente timore di un nuovo attacco. Esso esordisce in genere dopo i 20 anni e può essere scatenato da situazioni stressanti, abuso di farmaci o di sostanze. Il suo quadro clinico si sostanzia in una crisi simpatica comprendente difficoltà respiratorie, instabilità, paura di morire e/o di impazzire, sensazione di irrealtà, alterazione della termoregolazione, disturbi digestivi, parestesie, tachicardia, sudorazioni, tremori. In un’alta percentuale di pazienti col DAP viene riconosciuta una predisposizione genetica. Il 50% dei soggetti in questione è anche affetto da depressione, il che è in accordo con la buona risposta terapeutica – oltre che alla psicoterapia – ai farmaci antidepressivi.
I PTDS si manifestano come un disturbo ansioso che colpisce soggetti che sono stati testimoni di eventi particolarmente stressanti. La sintomatologia consiste in episodi ricorrenti di terrore collegati ad attivazione del sistema adrenergico, disorientamento emotivo e senso di prostrazione. Il 50% di questi pazienti presenta anche DAP. La terapia prevede l’uso di propanololo o clonidina.
Gli stati ansiosi generalizzati si manifestano come preoccupazioni sproporzionate della durata di almeno sei mesi che si accompagnano a tensione motoria, iperattività neurovegetativa, aumento dello stato di vigilanza, difficoltà di concentrazione. La terapia prevede l’uso di benzodiazepine, SSRI, antidepressivi triciclici (come la amitriptilina, l’imipramina e la clomipramina).
Si denominano fobie sociali le conseguenze di una timidezza esagerata, che si caratterizzano per un’ansia persistente ad affrontare determinate situazioni sociali (parlare o firmare in pubblico, incontrare altre persone, effettuare telefonate e così via). In tali condizioni coesistono sintomi fisici (per es. ereutofobia, il cosiddetto “arrossire”) e sintomi cognitivi. Il trattamento prevede la psicoterapia e l’uso di SSRI.
Il disturbo ossessivo-compulsivo (OCD) è una condizione cronica caratterizzata da ossessioni (dubbi o paure) e pulsioni incontrollabili. Per alleviare lo stato d’ansia che ne deriva, il paziente esegue atti ripetitivi (compulsioni). In questa condizione si osserva un’alterazione dei nuclei della base (in particolare, un’esaltazione dell’attività del nucleo caudato). Anche in questi casi, la psicoterapia può essere affiancata dall’uso di inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina (SSRI), il cui “capostipite” è la fluoxetina (Prozac). Entrambi i trattamenti provocano una diminuzione di attività del nucleo caudato (ci sono evidenze di brain imaging), in accordo con il dato fisiopatologico sopra ricordato.
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Affrontare l’ansia con un approccio omeopatico è sicuramente possibile, fatte alcune premesse. Se il fenomeno è acuto o subacuto, come si verifica nel caso di prove o esami o in attesa che normali situazioni della vita trovino una definizione, l’aspettativa di un rapido miglioramento è realistica. Nei casi cronici, nei quali la struttura della personalità si è formata su imprinting remoti o qualora il soggetto sia sottoposto a stress ripetuti o di lunga durata, il trattamento sarà più complesso: oltre a prevedere l’uso di medicinali di fondo (o di terreno) e/o costituzionali, non di rado sarà opportuno indirizzare il paziente verso una qualche forma di psicoterapia.
Descriverò di seguito le patogenesi sperimentali di alcuni medicinali per quanto attiene alla presenza in esse di una sintomatologia ansiosa. La posologia risponde alle regole consuete: la scelta della diluizione più appropriata tiene conto del livello di similitudine, sebbene – trattandosi di disturbi nervosi – le diluzioni medio-alte siano comunque preferibili; la frequenza di somministrazione segue l’andamento clinico, nel senso che nei casi acuti può essere pluriquotidiana, mentre nei casi cronici va da una volta al dì sino a una volta alla settimana; la durata del trattamento, infine, è estremamente variabile, per cui il paziente va periodicamente monitorato, evitando tuttavia di sollecitarlo a troppo frequenti autovalutazioni, pena il rischio di sollecitare il tratto ansioso della personalità.
ACONITUM NAPELLUS
Crisi di angoscia ad aggravamento notturno, con parestesie, sintomi pseudocardiaci, paura della morte. Sebbene Aconitum sia noto soprattutto nel trattamento di certi tipi di febbre a insorgenza rapida, si rivela una buona soluzione anche in caso di DAP, di cui riproduce la subitaneità e la sintomatologia di eretismo cardiaco.
ARGENTUM NITRICUM
È il medicinale elettivo quando vi sia ansia di anticipazione in pazienti fobici, concitati e angosciati, con diarrea, gastralgie, pollachiuria, vertigini, disfonia, paura del vuoto. Merita anche un posto di primo piano nella terapia del DAP cronico.
GELSEMIUM SEMPERVIRENS
Noto semplicisticamente come “il rimedio degli esami”, descrive in effetti un’ansia di anticipazione con inibizione psicomotoria, fino quasi allo stato stuporoso. Possono coesistere diarrea, tremore e cefalea. Anche Gelsemium può vantaggiosamente impiegarsi nel DAP, in particolare nella variante “paralizzante”.
IGNATIA AMARA
Appartenente alla famiglia delle Loganiacee, come il medicinale precedente e il successivo, Ignatia corrisponde a stati ansiosi generalizzati scatenati da cause affettive, con estrema variabilità dell’umore e sintomi contraddittori e paradossali migliorati dalla distrazione.
NUX VOMICA
La sintomatologia evocata da questo medicinale è figlia dei nostri tempi, per cui potremmo dire che se sapessimo gestire meglio lo stress le prescrizioni di Nux vomica crollerebbero. Siamo di fronte a uno stato ansioso generalizzato in pazienti iperattivi, impazienti, irritabili, con stile di vita poco salutare e spesso affetti da dispepsia non ulcerosa.
Come canta Franco Battiato:
“Sulle strade al mattino
il troppo traffico mi sfianca;
mi innervosiscono i semafori e gli stop,
e la sera ritorno con malesseri speciali.
Non servono tranquillanti o terapie
ci vuole un'altra vita […]
Non servono più eccitanti o ideologie
ci vuole un'altra vita” (1)
ARNICA MONTANA
PTDS.
ARSENICUM ALBUM
Terreno ansioso con OCD in pazienti con carattere anale (meticolosità, precisione,
avarizia).
CALCAREA CARBONICA
A dispetto del carattere lento e flemmatico, il tipo sensibile presenta note ansiose sin dall’infanzia, con frequenti sintomi di spasmofilia normocalcemica.
LYCOPODIUM CLAVATUM
L’ansia è prodotta dal senso di inadeguatezza del tipo sensibile, legato a un “ideale dell’io” molto alto e pertanto irraggiungibile (perfezionismo, temperamento autocritico e ipercritico).
LACHESIS MUTUS
Stati di ansia generalizzata in pazienti suscettibili, gelosi, ciclotimici. Si tratta di un correlato frequente della sindrome climaterica.
PHOSPHORUS
Rappresenta una tipologia sensibile
caratterizzata da morfologia longilinea,
amabilità, socievolezza, desiderio di relazioni.
Al crepuscolo appare sovente uno stato
ansioso.
IODUM
Nella sua patogenesi è riprodotto il correlato neuropsichico dell’ipertiroidismo.
MEDORRHINUM
Bioterapico del modello reattivo sicotico, sul piano psichico presenta stati di ansia generalizzata: frettolosità febbrile e inefficace, incapacità di eseguire attività fini e di precisione, agitazione delle estremità.
Bibliografia
AA.VV.: La cura dell’infelicità, Theoria, Roma-Napoli 1994.
Barbancey, J.: Pratique homéopathique en psychopathologie, tome 2, Editions Similia, Le Poiré-sur-Vie 1987.
Ey, H. – Bernard, P. – Brisset, C. (1978): Manuale di psichiatria, Masson, Milano 1979.
Galimberti, U.: Dizionario di psicologia, Utet, Torino 1992. Gabbard, G.O. (1994): Psichiatria psicodinamica, Raffaello Cortina Editore, Milano 1995.
Jouanny, J. – Crapanne, J.B. – Dancer, H. – Masson, J.L. (1988): Terapia omeopatica. Possibilità in patologia cronica, Ariete Edizioni, Albano S. Alessandro (BG), 1993.
Kandel, E.R. – Schwartz, J.H. – Jessell, T.M. (2000): Principi di neuroscienze, Casa Editrice Ambrosiana, Milano 2003.
Turinese, L. : Modelli psicosomatici. Un approccio categoriale alla clinica, Elsevier, Milano 2009.
(1) Franco Battiato: Un’altra vita, da Giubbe rosse (EMI Records, 1989).
Luigi Turinese
In foto: "Individuo e Collettivo"
Articolo apparso su "HIMed (Homeopathy and Integrated Medicine)" del Maggio 2011, volume 2, n.1, pp. 43-44
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Medico, Esperto in Omeopatia, Psicologo Analista, Cantautore dottluigiturinese@gmail.com - facebook.com/luigi.turinese
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Libri di Luigi Turinese
- Caro Hillman... Venticinque scambi epistolari con James Hillman (con Riccardo Mondo, Nuova edizione 2021, Edizioni LSWR , Milano)
- Epifanie archetipiche (con Gianna Tarantino, Edizioni Efesto, Roma, 2021)
- Walking on the wild side. Trame di Dioniso (Magi Edizioni, Roma, 2020)
- Hahnemann. Vita del padre dell'omeopatia. Sonata in cinque movimenti (con Riccardo de Torrebruna, Riedizione 2020, Edizioni Efesto, Roma)
- L'omeopatia nelle malattie acute (Edizioni Edra, Milano, 2015)
- L'anima errante. Variazioni su Narciso (e-book + libro, Ed. flower-ed, 2013)
- Modelli psicosomatici. Un approccio categoriale alla clinica (Elsevier-Masson, Milano, 2009)
- Hahnemann, Vita del padre dell'omeopatia. Sonata in cinque movimenti (con Riccardo de Torrebruna, E/O, Roma, 2007)
- Caro Hillman...Venticinque scambi epistolari con James Hillman (con Riccardo Mondo, Bollati Boringhieri, Torino, 2004)
- Il farmacista omeopata (Tecniche Nuove, Milano, 2002)
- Biotipologia. L'analisi del tipo nella pratica medica (Tecniche Nuove, Milano, 1997/2006)
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