"Questo libro è il primo che si proponga lo studio sistematico dell'intera creazione eliadiana, dal 1921 al 1976" (pag. 21). L'autore, che lo ha pubblicato ancora vivo Eliade, ha tratto ispirazione fondamentale per la sua stesura da un soggiorno a Chicago, nel 1975, con il grande storico delle religioni.
"Homo religiosus", Eliade ha tentato la difficile operazione di studiare le tecniche soteriologiche (yoga, sciamanesimo, alchimia) in qualche modo partecipandovi. Il contesto nel quale si svolse il lavoro sul campo in terra indiana, ad esempio, trova riscontro puntuale in testo appena tradotto per i tipi di Bollati Boringhieri ("India", Milano 1991).
I rapporti sempre vivi con la cultura italiana sono riassunti nell'appendice "Mircea Eliade e l'Italia", dove si ricorda la relazione intellettuale con Giovanni Papini, Raffaele Pettazzoni, Ernesto De Martino; dell'opera di quest'ultimo sul folklore Eliade fu certamente anche geniale precursore.
Interessante e significativo, soprattutto perché non nutrito da contatti diretti, il parallelismo tra lo studioso rumeno e C.G.Jung a proposito dell'alchimia: gli studi di entrambi conducono ad una valutazione metapragmatica dell'alchimia, che viene intuita come via spirituale.
Luigi Turinese
In foto: "La Malinconia"
Recensione apparsa nella rubrica "Libri" di "PARAMITA, Quaderni di Buddhismo", Anno X, n.40, Ottobre-Dicembre 1991
Nessun commento:
Posta un commento