L'autore, medico oculista, in quest'opera ha voluto porre il Signore Gotama al centro della sua narrazione, affiancandogli la dea Iside in un tempo che somiglia ad un medioevo fantastico. Ne viene fuori quasi un saggio di ispirazione teosofica, gradevolmente leggibile per la sua forma romanzesca, che ad esso conferisce una maggiore efficacia didascalica.
Degno di nota il bisogno dell'autore di scrivere non un serioso saggio, ma un racconto cosmogonico, dove perciò prendono vita le immagini più che i concetti. Ecco, se c'è un punto debole che ci sentiamo di segnalare al volenteroso autore è proprio il persistere di una certa strisciante concettosità: risultato, come accade spesso nelle prime prove narrative, di preoccupazioni concettualistiche piuttosto che formali. Coraggio, dunque, collega Sartini: al prossimo romanzo!
Luigi Turinese
In foto: "Aquiloni"
Recensione apparsa nella rubrica "Libri" di "PARAMITA, Quaderni di Buddhismo", Anno XII, n.45, Gennaio-Marzo 1993
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