E' molto interessante il fatto che i più aggiornati manuali di teoria della personalità comincino ad includere un capitolo sulla "psicologia orientale" (si veda ad esempio l'ottimo, recentissimo e ponderoso volume di Aldo Carotenuto che l'editore Raffaello Cortina di Milano ha pubblicato sull'argomento).
Welwood, curatore del libro di cui ci stiamo occupando, è uno psicologo rogersiano ed esistenzialista, collaboratore del Journal of Transpersonal Psychology.
Assai felice risulta la sua scelta dei collaboratori, tra cui si annoverano alcuni tra i maggiori praticanti del comparativismo psicologico orientale/occidentale, compresi insegnanti tibetani del calibro di Chogyam Trungpa e Tarthang Tulku.
Vogliamo inoltre segnalare il prezioso intervento di una "vecchia volpe" come Claudio Naranjo ("Un profilo della meditazione"), che esorta ad uscire dalla "definizione comportamentistica della meditazione": " ... la meditazione si interessa allo sviluppo di una presenza, di un modo di essere, che può essere espresso o coltivato in qualunque situazione in cui l'individuo si trovi coinvolto. Questa presenza, questo modo di essere, trasforma tutto ciò che tocca. Se il suo mezzo è il movimento, si tradurrà in una danza; se è l'immobilità, in una scultura vivente; se è la sensazione, alla piena partecipazione al miracolo dell'esistenza; se è l'emozione, in amore; se è il canto, in sacre melodie; se è la parola, in preghiera o poesia; se sono le attività della vita ordinaria, in un rituale nel nome di Dio o in una celebrazione dell'esistenza" (pag. 148).
Luigi Turinese
In foto: "Indaco's nuances"
Recensione apparsa nella rubrica "Libri" di "PARAMITA, Quaderni di Buddhismo", Anno X, n.40, Ottobre-Dicembre 1991
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