Il titolo non tragga in inganno. In realtà, come si arguisce dal sottotitolo (Viaggio tra i nuovi movimenti spirituali), l'autore ha realizzato una ricerca sui movimenti di ispirazione orientale e sulle motivazioni che in Italia spingono dalle 50.000 alle 100.000 persone ad aderirvi.
L'indagine è condotta con rigore, con un distacco attenuato da una certa simpatia, che a tratti coincide con l'adesione. "Questo libro ... è il racconto del viaggio nel mondo dell'Oriente italiano" (pag. 9). La simpatia di Comolli per l'oggetto della sua ricerca traspare anche dalla spottolineatura del tono supponente usato dai 'nemici del Dharma' per sostenere le loro argomentazioni.
In ventisei brevi capitoli il libro passa in rassegna, con assoluta 'par condicio', i più disparati movimenti di ricerca spirituale di derivazione orientale: dai seguaci di Sai Baba agli adepti dello yoga, dai sannysin di Osho Rajneesh alle varie espressioni del buddhismo.
Non mancano interviste con esponenti del mondo cristiano, nell'ottica di una ricerca di dialogo che sembra uno degli obiettivi che stanno più a cuore all'autore. Comolli identifica il denominatore comune delle scuole dell'Oriente italiano in " ... un bisogno di abbandono, una propensione a spostare il centro di Sé dal proprio Ego a un Assoluto cui offrirsi"(pag. 122).
Come l'autore suggerisce nel capitolo conclusivo ('Conclusioni: per una cultura della condivisione'), " ... il fenomeno dell'Oriente italiano sembra nascere come risposta ad un insieme di bisogni: a) Rifondare il senso della vita ... b) Raggiungere una nuova socialità ... c) Raggiungere una nuova pacificazione ... d) Sacralizzare la corporeità ... e)Prendere le distanze dalla Storia ..." (pag. 146).
Luigi Turinese
In foto: "L’esempio è tutto"
Recensione apparsa nella rubrica "Libri" di "PARAMITA, Quaderni di Buddhismo per la pratica e per il dialogo", Anno XIV, n.56, Ottobre-Dicembre 1995
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