In questo testo scritto alla fine del XVII secolo, sono esposti i principi essenziali della via del samurai. L'autore, vassallo feudale e poi, alla morte del suo signore, divenuto monaco buddhista nella tradizione del Soto Zen, scrisse un'opera imponente, in 1343 paragrafi.
La presente riduzione contiene circa un quarto del testo originale, in una selezione ragionata che conserva i temi essenziali, ripartiti in undici capitoli. I primi due, insieme all'ultimo, sono i più accattivanti, poiché trattano argomenti di interesse universale; gli altri otto, oltre tutto assai brevi, sono maggiormente legati ad eventi particolari del paese e dell'epoca, pur mantenendo comunque un rilevante valore storico.
Di un certo interesse il problema, così poco comprensibile per l'Occidente, dell'harakiri: letteralizzarlo o seguirne il valore simbolico? La storia giapponese ci ha mostrato entrambe le possibilità, delle quali la prima ha maggiormente colpito la fantasia occidentale: si pensi al fenomeno del kamikaze e al suicidio , ancor più vicino nel tempo (1970), dello scrittore Mishima.
Luigi Turinese
In foto: "Capillarità"
Recensione apparsa nella rubrica "Libri" di "PARAMITA, Quaderni di Buddhismo", Anno XI, n. 48, Ottobre-Dicembre 1993
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