In una deliziosa collana che l'editore Guanda manda in libreria con il nome di "Le piccole fenici", appare questo libretto ottimamente curato da Paolo Lagazzi, critico letterario e studioso di arte e cultura dell'Estremo Oriente.
Sengai (1750-1837), abate del tempio zen di Shofukuji, fu un maestro della pittura ad inchiostro (sumie), che combina pittura e poesia, quest'ultima espressa in arte calligrafica (shodo) e in forme metriche stabilite. I versi solo raramente assumono la funzione di commentare; più spesso si librano in piena autonomia, sempre evocanti mu, il vuoto, che rappresenta l'essenza ultima dello spirito zen.
Si è scritto sull'influsso che Sengai pittore ebbe sull'immaginazione di Toulouse-Lautrec. Ognuno può formarsene un'idea ammirando le trentotto calligrafie, essenziali e pervase dal tradizionale umorismo zen, ben riprodotte e ottimamente commentate dal curatore.
Luigi Turinese
In foto: "Amabile ametista"
Recensione apparsa nella rubrica "Libri" di "PARAMITA, Quaderni di Buddhismo per la pratica e per il dialogo", Anno XIV, n.54, Aprile-Giugno 1995
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