"I pensieri sono una forma di comportamento ... il modo di pensare si acquisisce attraverso l'esperienza, ed è quindi qualcosa di appreso" (pag. 23).
Da queste premesse non può che scaturire un metodo meccanico, riduzionistico, che non tiene in alcuna considerazione l'esistenza di una psiche oggettiva, in cui operino realtà impersonali, non legate soltanto alla biografia individuale: ecco, c'è troppo poco senso del mistero in questa psicologia.
Ciò non toglie che le singole applicazioni terapeutiche possano essere efficaci, e soprattutto è doveroso sottolineare la competenza dell'Autore in questo campo.
Per concludere, di questo approccio cognitivo - comportamentale ci pare riduttiva non la terapia, ma la psicologia, intesa in senso etimologico come discorso sull'anima. Per il semplice fatto che, nella terapia cognitivo - comportamentale, dell'anima non c'è traccia.
Luigi Turinese
In foto: "Incipiente impermanenza"
Recensione apparsa nella rubrica "Libri" di "PARAMITA, Quaderni di Buddhismo", Anno XI, n. 44, Ottobre-Dicembre 1992
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