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"La qualità maggiore di un buon medico è un'estrema capacità di attenzione, perché la medicina è sopra ogni altra cosa un'arte dell'osservare" Luigi Turinese in Biotipologia

mercoledì 27 aprile 2011

Le Recensioni di L.T. - "Donne e cultura" e "Monachesimo tibetano in dialogo", AA.VV.

AA.VV. "Donne e cultura", Editrice AVE/ISA, Roma 1995, pp.130
e

AA.VV. "Monachesimo tibetano in dialogo", Editrice AVE/ISA, Roma 1995, pp. 228



In PARAMITA n.48
avevamo tempestivamente e positivamente recensito i primi due volumi della nuova collana 'Asia: la nuova frontiera' della casa editrice AVE/ISA. Padre Nicola Manca, che ne è direttore, partecipa con un intervento in ciascuno dei libri che qui presentiamo.

Nel primo, "Donne e cultura" non mancano per la verità coloriture retoriche, soprattutto laddove raffiora il "vecchio vizio" dell'antropologia di stampo naturalistico: estrapolare dati tratti dagli studi etologici per adattarli al gruppo umano. Ne deriva il messaggio che il ruolo della donna è 'naturale' e che il miglior modo di esaltarlo consiste nel rispettare tale presunta naturalità. E qual è questo ruolo naturale? E' l'essere "padrona della casa" (pag.10). Così, in un crescendo di lodi alla 'donna' si arriva a leggere che " ... se si toglie al maschio la coscienza di sapere che col suo lavoro mantiene la sua compagna e i suoi figli e alla femmina quella di essere grata al suo compagno per i sacrifici che fa per lei e per i suoi bambini, equivale privare l'uno e l'altra di gran parte di ciò che dà senso alla vita" (Mario Marchiori , La donna: natura o cultura?, pag. 216).
A parte ogni riserva (che pure abbiamo) sulla sintassi di frasi come quella citata, è il contenuto che ci fa tremare: 'siamo ad un passo dall'esaltazione dell'angelo del focolare', cioè indietro di quarant'anni. Non è alludendo ad un improbabile matriarcato di epoche passate che si prospetta una valorizzazione del femminile.
Risultano molto stimolanti gli interventi storico-antropologici puri, che non hanno la pretesa di giudicare e di decidere che cosa sarebbe meglio per le donne, rivelando in realtà i propri desideri profondi. In particolare segnaliamo "Il 'matriarcato' tibetano", di Claudio Nappo; e "La donna della Sardegna vista dallo studio di un avvocato", di Gavino Piredda.

Non diremo molto dell'altro libro, "Monachesimo tibetano in dialogo", se non che si tratta di una articolata esposizione, da parte di studiosi e religiosi di alto profilo, di alcuni importanti aspetti del budddhismo - non solo tibetano - in rapporto ad altre forme di spiritualità. Ci limitiamo a segnalare una chicca che può sfuggire a una lettura affrettata: "Esiste un oggetto comune a tutte le fedi?", di Stefano Piano. Due pagine dense e foriere di riflessioni.

Luigi Turinese


In foto: "I tre moschettieri"

Recensione apparsa nella rubrica "Libri" di "PARAMITA, Quaderni di Buddhismo per la pratica e per il dialogo", Anno XIV, n.56, Ottobre-Dicembre 1995

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