La psichiatra svizzera Elisabeth Kubler-Ross deve la sua meritata notorietà al lavoro che dalla metà del anni '60 l'ha coinvolta negli Stati Uniti con i malati terminali e le loro famiglie.
A partire dalle sue iniziative, che coinvolgevano gruppi di lavoro composti da psicologi, sociologi, religiosi e uomini di buona volontà, si è sviluppato un movimento che ha condotto, tra l'altro, alla creazione dell'associazione Shanti Nilaya ("ultima dimora della pace").
Al libro che presentiamo, scritto nel 1969, ha fatto seguito, nel 1974, il testo che le Edizioni Red hanno tradotto nel 1981 con il titolo "Domande e risposte sulla morte e il morire". Si può pensare che il maggior interesse per argomenti come questi possa venire da parte di chi lavora nelle professioni di aiuto (medici, psicologi, assistenti sociali). Eppure, a ben vedere, è in gioco un interesse esistenziale universale. A riprova di ciò il lettore, procedendo, potrà sorprendersi ad attraversare, sia pure su scala ridotta, le fasi descritte dall'autrice a proposito dell'iter psicologico del malato terminale: rifiuto e isolamento; la collera; venire a patti; la depressione; l'accettazione.
Luigi Turinese
In foto: "Cartografia minerale"
Recensione apparsa nella rubrica "Libri" di "PARAMITA, Quaderni di Buddhismo", Anno XI, n. 42, Aprile-Giugno 1992
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