Michael Fuss, Jesus Lopez-Gay, Gianpietro Sono Fazion, "Le grandi figure del Buddhismo", Cittadella Editrice, Assisi 1995
Si può ricostruire la storia del buddhismo allineando gli avvenimenti che seguirono la morte del Sublime, con particolare attenzione alla formazione delle diverse scuole; oppure, ed è la scelta del volume che presentiamo, delineando la biografia di alcuni personaggi particolarmente rappresentativi.
Attraverso la biografia, genere letterario indubbiamente più accattivante del saggio, entriamo inoltre in contatto con esseri umani che, avendo realizzato la "natura di Buddha", rappresentano un esempio ma soprattutto la speranza che "ce la si può fare".
I quindici maestri di cui il libro si occupa vengono presentati in ordine cronologico, nella sequenza è possibile rintracciare cinque sottogruppi.
Nel primo possiamo collocare i discepoli diretti: Ananda, Sariputta, Maggallana e Pajapati, la zia di Siddharta, da alcuni considerata la prima donna ad entrare nel movimento, e indicata comunque come il modello delle monache buddhiste.
Segue un capitolo dedicato al re Ashoka, vissuto nel III secolo a. C., esempio di politico, dunque di laico, le cui azioni nel mondo sono illuminate dalla luce del Dharma.
Il terzo gruppo comprende gli scolastici, Nagarjuna e Buddhaghosa.
Seguono i rappresentanti delle scuole Huineng, sesto patriarca dello zen; Milarepa, il più grande esponente della scuola Kagyupa del Vajrayana; Homen e Shinran, che hanno legato il loro nome alla scuola giapponese della Terra Pura; Dogen, fondatore del Soto Zen; Nichiren, al cui pensiero, centrato sul Sutra del Loto e sul ritorno all'ortodossia, si richiamano due sette molto attive nel Giappone contemporaneo: il movimento religioso Rissho Koseikai e il movimento politico della Soka Gakkai.
L'ottimo Fazion, di cui ribadiamo la rimarchevole disposizione alla scrittura, oltre ai profili di Huineng, di Milarepoa e di Dogen, cura i contemporanei: il cinese Xuyun, il cui diario autobiografico, "Nuvola Vuota" (Roma 1990) è stato recensito su Paramita n.38
e il giapponese Kodo Sawaki, maestro di Deshimru e di Kosho Uchiyama.
Fazion ha compilato anche il glossario che chiude il volume. Molto utile, e segno di una cura che vorremmo riscontrare più spesso nelle pubblicazioni sul buddhismo, è la biografia posta al termine di ogni capitolo.
Luigi Turinese
In foto: "Incantesimo"
Recensione apparsa nella rubrica "Libri" di "PARAMITA , Quaderni di Buddhismo per la pratica e per il dialogo ", Anno XV, n. 58, Aprile-Giugno 1996
Si può ricostruire la storia del buddhismo allineando gli avvenimenti che seguirono la morte del Sublime, con particolare attenzione alla formazione delle diverse scuole; oppure, ed è la scelta del volume che presentiamo, delineando la biografia di alcuni personaggi particolarmente rappresentativi.
Attraverso la biografia, genere letterario indubbiamente più accattivante del saggio, entriamo inoltre in contatto con esseri umani che, avendo realizzato la "natura di Buddha", rappresentano un esempio ma soprattutto la speranza che "ce la si può fare".
I quindici maestri di cui il libro si occupa vengono presentati in ordine cronologico, nella sequenza è possibile rintracciare cinque sottogruppi.
Nel primo possiamo collocare i discepoli diretti: Ananda, Sariputta, Maggallana e Pajapati, la zia di Siddharta, da alcuni considerata la prima donna ad entrare nel movimento, e indicata comunque come il modello delle monache buddhiste.
Segue un capitolo dedicato al re Ashoka, vissuto nel III secolo a. C., esempio di politico, dunque di laico, le cui azioni nel mondo sono illuminate dalla luce del Dharma.
Il terzo gruppo comprende gli scolastici, Nagarjuna e Buddhaghosa.
Seguono i rappresentanti delle scuole Huineng, sesto patriarca dello zen; Milarepa, il più grande esponente della scuola Kagyupa del Vajrayana; Homen e Shinran, che hanno legato il loro nome alla scuola giapponese della Terra Pura; Dogen, fondatore del Soto Zen; Nichiren, al cui pensiero, centrato sul Sutra del Loto e sul ritorno all'ortodossia, si richiamano due sette molto attive nel Giappone contemporaneo: il movimento religioso Rissho Koseikai e il movimento politico della Soka Gakkai.
L'ottimo Fazion, di cui ribadiamo la rimarchevole disposizione alla scrittura, oltre ai profili di Huineng, di Milarepoa e di Dogen, cura i contemporanei: il cinese Xuyun, il cui diario autobiografico, "Nuvola Vuota" (Roma 1990) è stato recensito su Paramita n.38
e il giapponese Kodo Sawaki, maestro di Deshimru e di Kosho Uchiyama.
Fazion ha compilato anche il glossario che chiude il volume. Molto utile, e segno di una cura che vorremmo riscontrare più spesso nelle pubblicazioni sul buddhismo, è la biografia posta al termine di ogni capitolo.
Luigi Turinese
In foto: "Incantesimo"
Recensione apparsa nella rubrica "Libri" di "PARAMITA , Quaderni di Buddhismo per la pratica e per il dialogo ", Anno XV, n. 58, Aprile-Giugno 1996
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