Nulla da eccepire sull'autorevolezza di quest'opera certificata d'altronde dalla breve Premessa del Dalai Lama.
L'autrice è brava, presenta notizie di prima mano, è in grado di fornire una ricca bibliografia, mette in relazione correttamente la filosofia buddhista con la fisiologia ayurvedica indiana.
C'è tuttavia un limite tutt'altro che trascurabile in lavori come questo: e risiede nella scarsa consapevolezza nel fatto che il suo valore è antropologico piuttosto che tecnico; c'è del letteralismo nel voler trasferire l'esperienza terapeutica di un sistema con una topografia dell'anima e dello spirito come quella del buddhismo tibetano ad una cultura, quella occidentale, che possiede una descrizione dell'uomo tanto diversa.
Luigi Turinese
In foto: "Dove sono le rose?"
Recensione apparsa nella rubrica "Libri" di "PARAMITA, Quaderni di Buddhismo", Anno XI, n. 42, Aprile-Giugno 1992
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