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"La qualità maggiore di un buon medico è un'estrema capacità di attenzione, perché la medicina è sopra ogni altra cosa un'arte dell'osservare" Luigi Turinese in Biotipologia

venerdì 4 marzo 2011

Le Recensioni di L.T. - "Sugli orienti del pensiero", di Grazia Marchianò

Grazia Marchianò, "Sugli orienti del pensiero", Rubbettino Editore, Soveria Mannelli (CZ) 1994

Su PARAMITA n.50 avevevamo recensito i primi due volumi della collana "Saggi brevi di estetica comparata" che la casa editrice Rubbettino inaugurava con la direzione della professoressa Marchianò. Aggiungevamo di attendere con curiosità l'annunciato "Sugli orienti del pensiero", lavoro della stessa Marchianò.
L'attesa è stata ora ripagata all'altezza delle aspettative. Il doppio volume è dedicato a quello che , con linguaggio junghiano, potremmo definire l'archetipo del vuoto, strettamente connesso a un'idea monista della natura.
Il compianto pensatore rumeno Culianu, tragicamente scomparso pochi anni fa, aveva messo in evidenza come, tra i più tenaci "programmi psichici", sia da annoverare il dualismo, forte soprattutto nella storia del pensiero occidentale.
I suoi esiti più riconoscibili sono coppie di concetti in cui il secondo termine è sempre svalutato: bene/male, anima/corpo, realtà ultraterrena/mondo...
L'apparire del nichilismo sulla scena filosofica, negli ultimi due secoli, ha cominciato a sgretolare l'unilateralità del dualismo.
Ma prima, pensatori come Eraclito ed Empedocle, e per certi versi Platone, sottolineando il divenire e l'interdipendenza di ogni cosa, costituiscono un filone minoritario ma pur sempre presente di ciò che qui viene efficacemente definito "oriente del pensiero", e che come è ovvio non si riferisce a coordinate geografiche, sebbene nel pensiero orientale abbia ricevuto più cospicue conferme.
"Il buddhismo mahayana, in particolare la scuola che si ispira a Nagarjuna, afferma che la realtà empirica è priva di sostanza, impermanente e concausata"(pag.72).

Il nucleo del secondo volume dell'opera, non a caso, gira intorno al "Sutra del Loto", composto all'inizio dell'era cristiana in India, da qui tradotto in Estremo Oriente, e che costituisce un importante contributo agli "orienti del pensiero".
Antropologi e scienziati occidentali contemporanei come Bateson e Prigogine testimoniano il punto di svolta verso un pensiero sistematico che è esso stesso un "oriente del pensiero". Lo spazio-tempo della fisica contemporanea è di fatto un avvicinamento ad un tempo estatico.

Nel libro è condotta un'analisi linguistico-filosofica del pensiero orientale, in particolare giapponese comparativamente al pensiero occidentale. All'interno di quest'ultimo, la conoscenza è possibile distanziando l'oggetto; nel pensiero orientale la conoscenza è sempre un atto di identificazione. "Quando guardiamo un fiore, quel fiore diventa viva parte di noi stessi" (pag. 38, citato da Nishida).

Nella triplice appendice al libro,una parte è dedicata all'estetica dell'iki, una sorta di fenomeno di coscienza in cui si realizza per l'appunto un'osmosi tra interno ed esterno, tra osservatore ed oggetto dell'osservazione (all'argomento la casa editrice Adelphi ha recentemente dedicato la traduzione di un testo fondamentale di Kuki Shuzo: Il libro dell'iki).
"La meditazione taoista e buddhista ha dato apporti incomparabili a un'estetica degli orienti del pensiero. Tutte le arti tradizionali in Cina, Corea, Giappone hanno accolto il principio dell'insostanzialità dell'esistenza, trasfondendolo in un sistema di percezioni e cognizioni sottili che solcano le forme e i processi della natura, facendone intravedere il volto e i suoni originari" (pag. 92).

Interessante è la bibliografia ragionata, che si snoda attorno a sei temi che attraversano il lavoro: buddhismo, comparatistica, estetica tra Oriente e Occidente, Giappone, Loto, Natura.

Luigi Turinese


In foto: "Il Giappone è lontano"


Recensione apparsa nella rubrica "Libri" di "PARAMITA , Quaderni di Buddhismo per la pratica e per il dialogo ", Anno XIV, n. 55, Luglio-Settembre 1995

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Luigi Turinese Cantautore

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